Nord e Sud - anno XV - n. 99 - marzo 1968

Salvatore Vinci è• tro-vato e continuerà a trovarsi per il 'ft1turo sempre più esposto alla concorrenza estera. E se in passato era stato possibile, in alcuni casi, assicurarsi un certo margine di competitività nei .co-nfronti con l'estero per i più bassi salari pagati, i11 futuro questo sarà più difficile, dato che tra breve entreranno in vigore delle norme del MEC tendenti ad eliminare gli ostacoli alla libera circolazione di lavoratori all'interno della Comunità europea. Che gli imprenditori italiani siano ormai consapevoli della mutata condizione del mercato- del lavoro, può essere desunto dal fatto che u.n po' tutti si stanno orienta11do verso investimenti tendenti prima ad aumentare la produttività dei lavoratori già occupati e poi ad allar- -gare il nu1nero degli occupati. Per quanto riguarda il settore della distribuzione al dettaglio, riesce difficile immaginare che per il futuro si possa perpetuare la situazione di cui si è detto i11 precedenza, l'esistenza cioè di un numero sproporzionato di piccoli negozi inefficie11ti; e quindi prima o poi dovrà verificarsi la sostituzione degli attuali dettaglianti con grandi magazzini. Questo significa che nel settore distributivo non dovrebbe in ftituro aumentare il numero di ad.detti; anzi, nell'ipotesi più pessimista, si potrebbe rendere necessaria una espulsione di lavoratori da questo settore. Per la Pubblica Amministrazione, poi, c'è da osservare che le attuali discussioni tra sindacati ed enti pubblici vertono su problemi che partono dal presupposto cl1e il numero· di lavoratori occupati è già abbastanza elevato, onde è difficile i1nmaginare t1n incremento notevole dell'occupazione. Restano, infine, da considerare l'agricoltura e l'industria delle costrt1zioni. Per la prima, non è difficile prevedere che continuerà l'esodo di lavoratori, perché, malgrado in questo dopoguerra si sia ridotta 11otevolmente l'aliquota di lavoratori occupati in agricoltura, vi risulta tuttora occupata una proporzione di lavoratori molto- alta rispetto a quella che troviamo_ in paesi molto svilup·pati (ricordiamo a tale propo .. sito che, mentre in Italia trova posto in agricoltura circa il 24% degli occt1pati, in Francia, cl1e è un paese con- un vasto settore agricolo, solç> il 19% degli occupati si trova nell'agricoltura). L'industria delle costruzioni, come è avvenuto nel recente passato, potrebbe continuare ad occupare un numero elevato di lavoratori, ma anche per questo settore occorre rilevare che ben difficilmente il rapporto fra capitate e lavoro potrà essere lo stesso del passato, nel senso che un'edilizia efficiente deve necessarian1.ente meccanizzarsi, per cui potrà esservi in· futuro una richiesta di lavoratori inferiore a quella prevedibile sulla base dell'attuale rapporto fra capitale e lavoro. 44 Bibliotecaginobianco

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