Nord e Sud - anno XV - n. 99 - marzo 1968

L' occitpazione 11el 1967 duttiva. Si fece notare che nel periodo 1950-62 c'era stato un esodo non progra1nmato e non guidato di lavoratori dall'agricoltura, e che i settori che maggiormente avevano aumentato il numero di addetti erano stati l'industria manifatturiera, l'edilizia, e il settore dei servizi, con particolare riguardo al commercio al dettaglio- e alla Pubblica Amministrazione. Mentre per l'industria manifatturiera in generale nari si sollevarono dubbi sull'uso efficiente dei nuovi occupati, molti invece ne vennero avanzati circa l'uso efficiente dei lavoratori occ11pati nel settore terziario, ed in particolare nella distribuzione al dettaglio e negli enti pubblici in g.enerale. Si citava continuamente il caso della distribuzione al dettaglio, rilevando che sarebbe stato possibile assicurare una maggiore efficienza del settore distributivo con un più ridotto numero di persone occupate, solo se si fosse favorita la nascita di grandi magazzini di vendita al dettaglio, anzicl1é permettere il sorgere di un elevatissimo numero di negozi di di1nensioni limitate co11 un impiego eccessivo di manodopera. Si notò che se, da una parte, il modo stesso con cui era avvenuto lo sviluppo aveva favorito il raggiungimento di u11.asituazio,ne di piena occupazione del lavoro, il prezzo pagato poteva essere riscontrato nella continua ascesa del costo della vita; e che comunqt1e bisognava orientarsi verso un tipo di sviluppo economico diretto a un uso più efficiente del fattore produttivo lavoro. Si pensò che il problema non sarebbe stato di facile soluzione, in quanto occorreva un notevole sforzo di qualificazione della manodopera prima di re11dere possibile il passaggio di lavoratori dal settore terziario al settore industriale (tutto questo dando per scontato che l'industria avrebbe proseguito nella sua richiesta di lavoratori) o a redistribuzioni all'interno dello stesso settore terziario. Bisogna poi aggiungere che in ogni caso lo sforzo di qualificazione e di facilitazione della mobilitazione dei lavoratori andava sempre più intensificato per il fatto che si prevedeva un ulteriore esodo di lavoratori dal settore agricolo. Il ·problema della ristrutturazione venne ben presto perduto di vista perché, nel clima di recessione che succedette al 1962, l'obiettivo fondamentale fu in un primo mc)mento il mantenime11to del livello dell'occupazione, e non sempre ci si riuscì. Ma poiché il 1967 ha segnato una ripresa dell'occupazione, riteniamo cl1e sia questo il 1nomento di• riprendere il discorso sulla ristrutturazione della manodopera, tenendo presenti alcuni nuovi elementi intervenuti. D·al 1962 in poi, i paesi del MEC hanno fatto dei passi avanti 1 verso~· l'integrazione economica; p-er cui lo· stesso settore industriale italiano, che è il più efficiente dal punto di vista della produttività, si 43 Bibliotecaginobianco

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