Nord e Sud - anno XV - n. 99 - marzo 1968

I Il nuovo pregiudizio favorevole Che senso ha dunque il paragone tra il problema dei negri e quello rappresentato emblematicamente dai ragazzi di Barbiana? Se mai, molto p1ù pertinente sareb·be l'analogia tra il problema negro e quello femminile (e difatti quest'analogia fu messa in rilievo da Simone de Beauvoir ne Il secondo sesso). Né il negro né la donna possono annullare la propria appartenenza, rispettivamente alla razza negra e al sesso femminile. Essi posso.no solo, pretendere di annullare l'inferiorità sociale legata a tale appartenenza. E come i negri sostengono di non potersi fidare dei bianchi, anche se « liberali », pro-prio in quanto bianchi, così le donne potreb·bero affermare di non fidarsi degli uomini, anche se assertori sinceri della parità tra i sessi, appunto in quanto uomini. Una donna italiana (ma non solta11to italiana) ha oggi press'a poco le stesse probabilità di essere eletta Capo dello Stato, di quante può averne un negro- americano di -diventare Presidente· degli Stati Uniti (e sì che le donne sono in tutto il mondo numericamente superiori agli uomini). Il problema denunciato da Lettera a una professoressa si po-ne in termini del tutto diversi. Al contrario dei negri (e delle donne), sui ragazzi di Barbiana non pesa « un corpo », ossia non pesa una condizione naturale che sembra sfidare ogni cambiamento. Non è per la con-dizione di partenza, quindi, che si reclama la parità di diritti. Non si dice: analfabetismo deve essere considerato uguale a cultura; anche gli analfabeti devono andare in Parlamento, devo·no insediarsi alle segreterie dei partiti, devono avere l'accesso al potere. Si dice (ed è giusto) : tutti 11:annoil diritto di uscire dall'analfabetismo, e in questo modo diventare cittadini uguali agli altri. Ciò non significa cl1e la lotta dei « ragazzi di Barbiana » - usiamo questa espressione a scopo di semplificazione - sia più facile di quella che debbono condurre i negri; significa solo che è una lotta diversa, che diverso è il modo di condurla e diversamente, quindi, si pone anche il problema delle alleanze·. Proprio perché Lettera a una professoressa mette a fuoco una que• stione molto seria, si poteva e si doveva fare un discorso critico. Non v'è dubbio· che gli scolari appartenenti alle classi disagiate, specie conta-dine, paghino u~ prezzo assai pesante per la mancanza di un ambiente familiare dotato di una •sia pur minima qual~ficazione culturale. Ed è innegabile che quei doposcuola, la cui istituzione era stata predisposta appunto per colmare il gap esistente tra i « Gianni » e i « Pierini », siano quasi sempre rimasti sulla carta (e così pure le classi differenziali). Né gli insegnanti italiani, salvo eccezioni, si sono finora dimostrati capaci di intendere - vuoi per ottusità, vuoi per. spirito paternalistico, vuoi per consapevole attaccamento a ·una concezione classista della scuola - il significato innovatore della riforma che ha portato alla Scuola media 27 Bibliotecaginobianco

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