Nord e Sud - anno XV - n. 99 - marzo 1968

Rosellina Balbi hanno gridato in faccia, a risçhio di passare da pazzi o da ingenerosi. Perché dall'altra parte della barricata c'era in quel momento il meno intellettuale tra tutti gli intellettuali di mestiere: c'era Pier Paolo Pasolini, venuto apposta da Ro-ma col cuore g.onfio, d'emozione e una copia del libro gonfia d'appunti. Ma che importa? Il meno intellettuale fra gli intellettuali è pur sempre un intellettuale, quando si è in guerra e. si combatte per sopravvivere non ci si può permettere il lusso delle distinzioni ». Ora, lo stesso· Pecorini, dopo averci informati di quanto è avvenuto· durante il co·nvegno svoltosi alla Casa della· Cultura di Milano nell'ottobre dello scorso anno, si proclama interamente d'accordo con l'atteggiamento assunto in tale occasio·ne dai ragazzi; e si richian1a a quel passo di Lettera a una professoressa dove si _stabilisce un' analogia tra il problema dei ragazzi di Barbiana e il problema negro. È un passo che qualcuno ricorderà sicuramente, ma nor1 sarà inutile riportarlo a nostra volta: « Stokely Carmichael è stato in prigione ventisette volte. Durante l'ultimo processo dichiarò: ' Non c'è un solo bianco del quale mi fidi '. Quando un giovane bianco che aveva speso la vita intera per la causa dei negri gli gridò: 'Veramente nemmeno uno, Stokely? ', Carmichael si voltò verso il pubblico, guardò l'amico e disse: 'No-, nemmeno uno'. Se il giovane bianco s'è impermalito, dà ragione a Carmichael. Se è davvero coi negri deve inghiottire, ritirarsi in disparte e seguitare a•d amare. Carmichael forse aspettava quel momento». E Pecorini conclude fiduciosamente che Pier Paolo Pasolini è per l'appunto « uno dei pochissimi bianchi (ossia intellettuali) capace di inghiottire, ritirarsi in disparte e seg11itare ad amare ». A noi, per la verità, sembra che l'analogia sia abbastanza arbitraria. Quando ·carmichael afferma che un negro non si può fidare dei bianchi, egli vuol dire che il battersi per la causa negra rappresenta, anche per il bianco più sinceramente antirazzista, una scelta puramente intellettuale (o, se vogliamo, .morale); una scelta, per di più, che il bianco può rinnegare in qualsiasi momento• della sua vita senza patirne conseguenze, in quanto gli sarà sempre consentito, grazie al colore della sua pelle, di rientrare nel sistema dal quale è uscito: « se il bianco sce·glie la lotta, lo fa a partire da quegli stessi valori che deve distruggere, e non a partire dalla appropriazione di una violenza di cui egli nòn è stato mai ogget~o; la sua è una pseudo-scelta ». La scelta dei negri, viceversa, è una scelta obbligata; a scala individuale, nessun riscatto è possibile, l'unica soluzione è la lotta collettiva, la battaglia di un esercito che . . recluta i propri soldati in base a requisiti pre-fissati dalla natura e perciò non so=ggetti a discussioni .o a ripensamenti. 26 Bibliote·caginobianco

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