Nord e Sud - anno XV - n. 99 - marzo 1968

I Il nuovo pregiudizio favorevole · di Rosellina Balbi Chi cercasse di farsi un'idea, attraverso la lettura degli innumerevoli fogli volanti, giornaletti, opuscoli e periodici che circola110 nel nostro paese, .di quale sia il panorama della « nuova sinistra » - o comunque della sinistra che non si riconosce nei partiti politici rappresentati in Parlamento- -, si troverebbe a dover affrontare un'impresa non solamente faticosa, ma sotto molti aspetti scoraggiante. Scoraggiante, vogliamo dire, se si è -di sinistra (e i lettori ci perdonino la genericità di questa espressione): poiché non sembra che ci si trovi di fronte a un ribollire del pensiero, dal quale, per confuso e contraddittorio che sia, potrebbero in un secondo tempo scaturire nuove e stimolanti indicazioni; la polemica sembra piuttosto ridursi a un incrociarsi di slogans spesso tutt'altro che nuovi, nonché di accuse non sempre rivolte al « sistema » che si vuole contestare, ma fin troppo spesso dirette ai compagni di « cordata » nella lotta di contestazione. Di questa relativamente sconosciuta stampa di opposizione, cercheremo in una prossima occasione di fare una rassegna il più completa possibile. Ma ciò che ora ci interessa rilevare è il trasferimento in atto, da parte di molti uomini di cultura, di quello che fu definito· il « pregiudizio favorevole» verso il comunismo, ai movimenti che si pongono a sinistra dei comunisti, o che, comunque, considerano i comunisti ca.me integrati anch'essi nel « sistema » e ne contestano, pertanto, la funzione di guida rivoluzionaria. A tale proposito, particolarmente significative ci sembrano alcune disavventure toccate ai più eminenti tra questi intellettuali. Come, per esempio, l'episodio -del quale è stato protagonista Alberto Moravia, accolto dalla ribelle assemblea studentesca romana al grido di: « Mao sì, Moravia ·no! ». O come l'acco-glìenza riservata dai ragazzi della scuola di Barbiana a quegli stessi uomini di cultura che, pure, avevano salutato la loro Lettera a itna professoressa con sincera co-mmozione e addirittura con entusiasmo. « Alla fine», racconta su « Il Confronto » Giorgio Pecorini, « per liberarsi della soffocante tutela, non restava davvero che mettere i piedi nel piatto e gridarglielo in faccia, agli intellettuali 1 di mestiere·: i vostri elogi, le vostre spiegazioni e i vostri consigli ci servono ancora meno dei vostri libri e della vostra cultura. E glielo 25 Bibl_ioteca·ginobia.nco

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