Nord e Sud - anno XV - n. 99 - marzo 1968

Manlio Rossi Daria zazione » delle istruttorie, cui sottoporre le iniziative industriali, è più che maturo e che, se verrà ben studiato e risolto, oltre che ad eliminare inutili appesantimenti al processo di industrializzazione, potrà servire ad orientarlo, a controllarlo e a renderlo più spedito ed efficiente. Resta ora da dire della terza componente dell'intervento straordinario in favore dell'industria - la formazio11e professio11ale di 1nano d'opera qualificata e la cosiddetta formazione dei quadri inter1nedi. Chiunque sa oggi quanto importante sia per la 1noderna industria d'og11i settore e tipo la qualificazione della mano d'opera e la disponibilità di quadri intermedi preparati e può, perciò, intendere l'importanza di questo tipo d'intervento straordinario dello Stato nelle regioni meridionali, dove esse - per la mancanza di una diffusa e solida str·uttura industriale - non possono avvenire attraverso le infinite vie che sono a disposizione nelle regioni ad eco11omia industriale matura. Va dato, quindi, grande merito alla politica dell'intervento straordinario del 1950 di avere incluso nei suoi programmi questo settore di attività, talora raggiun.gendo- risultati cospicui, anche se, finora, questa attività è andata più a vantaggio del Nord o degli altri paesi europei, dove molti dei lavoratori. « qualificati » sono emigrati, anziché del Sud, dove il loro assorbimento è stato finora relativamente modesto. Passando, tuttavia,· a considerare il modo in cui qu~sta attività è stata finora realizzata e la s11a concreta efficacia come elemento acceleratore dell'industrializzazione, il q_uadro appare meno positivo per una serie di ragioni che mette conto di indicare. Nel corso degli ultimi anni la Cassa ha ,investito cospicui mezzi per la creazione di numerosi centri e per attrezzarli adeguatamente e modernamente e li ha localmente affidati ai cosiddetti CIAPI (Centri interaziendali di addestramento professionale per l'industria) o ad altri Enti che avessero i requisiti per gestirli. Di queste gestioni dei centri di addestramento professionale si può dire in molti casi quello che si è detto dei « consorzi delle aree industriali », ossia che « il loro comportamento inevitabilmente risente le caratteristiche dell'ambiente ' preindustriale ' nel quale sono stati costituiti e dal quale provengono i loro dirigenti » e purtroppo - bisogna aggiungere in que-· sto caso -- molta parte dei loro insegnanti. Se questa sorte non poteva essere evitata negli anni passati, quando il processo di industrializzazione era ai primi passi, e quando l'assorbimento dei « qualificati » non era - come s'è detto - un problema meridionale se non in modestissima misura, ora che la situazione del paese e del Mezzogiorno è cambiata, una revisione del sistema va attentamente studiata e messa in opera, per meglio risol22 Bibliotecaginobianco

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