Nord e Sud - anno XV - n. 99 - marzo 1968

Giuseppe D'Eufeniia J osep·h La Palombara scrive che in Italia si sa troppo poco sul fenomeno dei gruppi di interesse e che c'è una sorpren-dente mancanza di interessamento per gli aspetti info,rmali del processo· -politico, cioè per l'aspetto dinamico del modo in cui quotidianamente si formano gli indirizzi legislativi, esecutivi e burocratici (pag. 11). Il rilievo è soltanto 1 in parte da condividere, in quanto la mancanza di interesse è solo ap,parente ed è do,vuta principalmente alla stretta osservanza, da parte degli studiosi italiani, delle regole metodologiche sulla separazio,ne dei compiti della scienza giuridica dalla sociologia del diritto .. Il che no-n ha mai significato insensibilità allia considerazio·ne dei fondamenti sociali e dei contenuti realistici delle istituzioni giuridiche; basterebb·e ricordare, per citare u·n solo esempio, l'o,pera di Jemolo sullo· Stato e la Chiesa negli ultimi cento anni, opera ricordata dallo stesso La Palombara. Comun·que, è da condividere l'auspicio che il lib,ro incoraggi, anche presso· di noi, una maggiore attenzione per la ricerca empirica sul processo politico e sul sistema politico italiano. Nell'introduzio·ne, l'Auto,re espone lo stato degli studi in Italia sui gruppi di interesse italiani e preannuncia che la sua ricerca si concentra sulla Confindustria e sull'Azio·ne Cattolica, giudicate co·me i più potenti e rap-presentativi gruppi di interesse e intimamente coinvolti nella vita politica italiana. Dopo aver affrontato il problema della determinazione concettuale e ·delle definizioni in materia, La Palombara po,ne la ·premessa che la definizione secondo cui « il gruppo di interesse è un aggregato di individui interagenti che manifestano dei desideri coscienti riguardanti la gerarchizzazione dei valori » non dice nulla sul rap·porto di questi grup•pi con gli altri gruppi della società o con le istituzioni statali formali; e perciò preferisce una definizione che permetta di comprendere perché e come i gruppi di interesse possano esistere in qualsiasi società, a prescindere dalla sua ,base ideolo·gica o dalla sua organizzazione, o dal suo livello di differenziazione strutt11rale politica (p. 29). Ha inizio, a questo punto, l'analisi del contesto dell'attività dei grup,pi di interesse in Italia e delle conseguenze per le funzioni dei gn1ppi stessi derivanti dalle con·dizio·ni co·ntestuali. È in questa prima parte ,dell'opera che l'Autore affronta il problema della diversità socioecono·mica tra il Nord e il Sud e qui, nel tracciare il quadro delle d·ue culture e delle due eco-no-mie, si ha l'impressione che La Palombara subi,sca suggestioni antiche nel descrivere le differenze tra Nord e Sud, trascurando le nuove realtà che vanno profilandosi. Ecco quanto si legge a pagina 50: -« La distanza sociale che c'è ne~ Sud tra operaio, e contadino da un lato, e impiegato d'ordine o piccolo esercente dall'altro,, è maggioire di quella che tro:viamo nella maggior parte dei paesi occidentali. Tra l'o,peraio, il contadino, l'impiegato d'ordine e il negoziante, da un.a parte, e i nobili e i prop,rietari terrieri meridionali, dall'altra, la distanza dovrebbe essere calcolata in anni-luce sociali. Le differenze di classe sono chiaramente identificabili [ ...] tutto l'arco del comportamento sociale. [ ...] Il sistema del comportamento deferente, stabilito nel co,rso dei secoli, resta forte nelle camp-agne, e mostra una sorprendente capacità di sopravvivenza in centri urbani come Napoli e Palermo», (p. 50). 120 Bibliotecaginobianco

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