Nord e Sud - anno XV - n. 107 - novembre 1968

.. Antonino Répact sue manifestazioni, ci si tro·va di fronte ·ad aspetti svariatissimi e spesso contrastanti gli uni agli altri. Gli è che il potere, alla pari ,di ogni attività umana, non si sottrae alla sorte di o·gni organismo, sia individuale che collettivo, che è quella di non soggiacere a leggi meccaniche, ma di svilupparsi sulla base di scelte coscienti e volontarie, in uria parola: di autodeterminarsi. È pertanto inevitabile l'insorgere di deformazioni patologiche, le quali imprimono deviazioni di varia natura e intensità al principio di legalità. Occorre ancora dire che tali •deviazioni non concernono affatto la difformità del fenomeno concreto da una tipologia trascendente, ma il tralignare delle funzioni potestative dal proprio principium legalitatis a motivo di congiunture e squilibri di varia 11atura e origine, oppure da sollecitazioni di indole esterna. Trattasi del resto •di una fenomenologia fin troppo nota, che dalla · prima speculazione ellenica in poi assillò le menti di pensatori politici e di filosofi e che -diede origine financo a quella « filosofia della storia » mediante la quale si tentò - invano - di determinare un processo uni-- forme delle origini, crescite, decadimenti e fini degli Stati e delle nazioni, si parlò di « corsi e ricorsi », si cercarono i motivi comuni che spingevano le monarchie e le repubbliche verso le forme varie di tira11nia, e via discorrendo. La ricerca che qui viene svolta - giova ripetere - è ben lungi dall'addentrarsi in una problematica di tal fatta: essa si propone una meta assai più modesta e circoscritta, sulla base del resto di una metodologia che preclude in via pregiudiziale ogni sorta di ·determinismo e di causalis1no nei fenomeni qui considerati. Essa si fonda sul principio - dedotto in altra sede 3 - che il potere è , la tipica estrinsecazion.e dinamica dello Stato e che lo Stato a sua volta è un momento - il mo,mento organizzativo o, se si vuole, istituzionale - della società, o meglio di una società •che è la persona collettiva di cui lo Stato· stesso è la struttura O•rganizzativa e funzionale, lo strumento per la formazione e attuazione della sua volontà e per il raggiungimento dei suoi fini. In tal senso lo ~tato è ben altro e ben più che la somma delle sue leggi e dei suoi istituti: lo· Stato è l'organo di formazione e di attuazio,ne della volontà collettiva e, per esercitare questa formazione e questa at~ tuazione, si avvale di strumenti e di organi - uomi11i, edifici, attrezzature ecc. -, ossia di tutti i mezzi idonei a svolgere le proprie « atti-- vità ». Il « potere » altro non è se non il complesso di tali mezzi, di tali strumenti, di tali organi. ·che il potere si suddivida in vari organi preposti ad altrettante fun3 Op. cit. a nota 1. 88 Bibliotecaginobianco

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