Nord e Sud - anno XV - n. 107 - novembre 1968

Il potere e la piazza sere affermato sulla elementare considerazione che il potere emana da un ordinamento· di indole originaria, che non abbiso·gna di fattori estranei a sé, per essere cioè, come un tempo si diceva, superiorem potestatem non recognoscens. Peraltro una co·sa è la legittimità, altra cosa la legalità: la prima attiene all'esistenza, la secon.da attiene all'esercizio del potere. Pertanto ogni forma di potere, di per sé legittima perché esistente, non può non avere il proprio principium legalitatis, che altro non è se non la strutturazione giuridica attraverso la quale viene esercitato I'imperium. È superfluo aggiungere che questo principio si estrinseca in forme infinite, ossia in tutte quelle forme nelle quali si individua e ~i concreta storicamente un ordinamento politico-sociale; ed è altresì principium individuationis sul piano storico e ambientale di un dato ordinamento per essere l'espressione tipica e peculiare della volontà di quella personalità collettiva che è la società civile organizzata in quel dato or.dinamento. In questo senso si p,uò e si deve affermare che il principio di legalità si identifica ·con la stessa ragione storica di una determinata società civile. Buona o cattiva che essa sia - ma il giudizio sulla bontà o meno no·n può non essere se non il giudizio storico, non invece quello giuridico, gia·cché il consenso della collettività deve sempre essere presunto fintantoché quel potere si mantiene in vita, cioè esercita effettivamente l'imperium - si fonda sempre sul presupposto che, avendo il potere politico la potestà - e il dovere - di farla osservare, ha innanzi tutto il dovere primario di osservarla esso stesso. Questo principio tro,va piena attuazione presso tutti quegli organismi sociali che sono maturati nel clima storico loro co•nfacentesi e che hanno avuto la possibilità di svilupparsi e di crescere alla stregua di un ritmo cònsono alle condizioni sociali, etniche, economiche e culturali delle ris·pettive collettività. In codesti ordinamenti le strutture del potere fanno un tutt'uno con le suddette ·condizioni e ne sono la genuina espressione istituzionale. Anch'essi ovviamente vanno soggetti a trasformazioni, logoramenti e benanche a « decadimenti e fìni », come insegnò G. B. Vico; ma trattasi di altro discorso estraneo alla presente trattazione. 3. Le considerazioni fin qui svolte riguardano - si può dire - la fisiologia del potere, il complesso delle condizioni ,di normalità in cui le . varie funzioni potestative si svolgono in armonia fra loro attraverso u11 processo dialettico di distinzione e di reciproca integrazione. Senonché, per poco che ci si a,d.dentri in una valutazione fenomenologica del 1 potere stesso nelle su·e determinazioni storiche e nella concretezza delle 87 Biblioecaginobianco

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