Nord e Sud - anno XV - n. 107 - novembre 1968

Francesco Barbagallo ad interes.~arsi, quasi esclusivamente, di pro·blemi settoriali e particolari, conseg11endo il discutibile risultato di riunire in sé la scarsa efficienza e la corporativizzazione degli interessi. Una visione« realistica » del processo rappresentativo nel suo attuale svolgimento non può non ten-er conto del nuovo fattore che è venuto ad interporsi fra i due tradizionali soggetti del rapporto, nel senso che la comparsa dei partiti ha rivoluzionato lo schema classico della rappresentanza, che non configura più un processo a due elementi, ma si svolge attraverso un duplice rapporto, che prima mette in relazione rappresentanti e partiti, e quindi i partiti con i rappresentanti. È evidente che la funzione più importante viene espletata dai partiti che si pongono co-me intermediari fra gli elettori e gli eletti, e praticamente limita110 la scelta a possibilità ben determinate 25 • L'incremento demografico, la diffusione del suffragio, lo sviluppo dell'industrializzazione e dell'urbanesimo, la nascita dello Stato assistenziale non potevano evidentemente lasciare inalterato il rapporto binario « elettore-eletto »: il partito ha così assunto un rilievo centrale, rendendo concretamente att11abile il principio della responsabilità dei governanti di fronte ai governati. Restava aperto il pro1 blema di adeguare la rappresentanza ai « gro,ssi numeri elettorali », dando un senso più profor1do all'intero processo rappresentativo, ma difficoltà consistenti s_i frappongono- a questa impresa, che certo i partiti non s~no ancora riusciti a perfezionare. È evidente con1unque che la ft1nzione dei partiti, essenziale per il funzionamento della democrazia nella società moderna, può essere soddisfatta soltanto quando essi riescano ad o,perare come filtri, e non come diaframmi, tra· 1a società p9litica e la società civile. D'altronde non si può dire che i tentativi di modificare la democrazia rappresentativa innestandovi istituti di democrazia diretta trovino miglior esito, perché - si è notato opportunamente - « falliscono non solo per. difficoltà tecniche, falliscono per la ragione pregiudiziale che l'elettorato non risponde nel modo richiesto, che è troppo disattento e inarticolato per poter formulare decisioni e soluzioni in ordine ai problemi di governo che sarebbero da risolvere » 26 • Un interessante discorso su nuove forme di democrazia diretta si è sviluppato recentemente in Francia, trovando inizio nella distinzione sugg-erita dal Duverg-er 27 fra Parlamenti maggioritari e Parlamenti senza maggioranza: nel primo caso gli elettori scelgono direttamente il 2s ibidem. 26 G. SARTORI, « La rappresentanza politica », in Studi Politici, anno IV, n. 4, p. 589. 27 MAURICE DuVERGER, Le probleme de la majorité, relazione letta al Convegno di Parigi-Royaumont, 4-5 maggio 1968. 80 Bibiiotecaginobianco

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