Nord e Sud - anno XV - n. 107 - novembre 1968

I Editoriale forze laiche alle quali 110,nè possibile e non si deve chiedere itn' eguale sensibilità alle prese di posizione delle autorità ecclesiastiche? · C'è, poi, il merito della questione. « L'Osservatore Romano» triburza certamente autorevole - ha drasticamente ed energicamente ridimensionato il senso a torto o a ragione attribuito al documento, prese11tato dal cardinale Koenig e alle dichiarazioni di don Miano, osservando che, in particolare 11elle parole di quest'ultimo, « nella fattis_pecie iu1a collaborazio•ne tra cattolici e comunisti in Italia viene condizionata a tali e tante garanzie che, concedendole sinceramente e senza disegni strumentalizzatori, il partito co1nunista non sarebbe più tale». Non è itna bella precisazione. Se il partito comunista, come è ovvio, non può . . cessare di essere se stesso, a quale scopo ipotizzare le co,ndizioni di una collaboraziotze per la quale non lo si ritiene, nella sostanza, disponibile? E che significa, in politica e (nella fattispecie) in u11 confronto cl1e oppone democrazia e totalitarismo, garanzie da concedersi « si11ceramente e senza disegni strun1entalizzatori »? La politica resta, male o bene che sia, quel campo in cui l'andamento delle cose è determinato dal rapporto lii forze ideali e materiali che sono presenti nel gioco; e correre l'alea di modificare il rapporto delle forze a vantaggio dell'avversario sen,za I adeguati vantaggi è sempre stata e sarà sen1pre una cattiva politica. Una proposta di « dialogo » coi con1unisti estensibile al pia11·0della collaborazione di partito è, per l'appunto, un'alea in questo senso, perché rende possibile ai co1nunisti di affermare che i11sedi ecclesiastiche qualificate il triangolo politico dei « democristiani del dissenso » trov,a non solo eco benevola, 111asollecito incoraggiamento, e di accentuare così i motivi dì divisione e di· crisi in un partito che, co1ne la De1nocrazia Cristiana da alcitni a11ni in qua, proprio non ne ha bisogrio di altri. Il fatto è che la linea politica generale della Chiesa dalla n1orte di papa Giovanni ad oggi è diventata sempre meno f ernia e chiara. Alla vigorosa spi11ta giovannea nel se11so del « dialogo » ha fatto seguito un ri-- pensamento evidente.· Ma questo ripensamento appare soggetto alle mutevoli, e talora molto ampie, oscillazioni delle passioni e dei sussulti delle varie corre11ti e frazioni del mondo ecclesiastico e curiale piuttosto che ispirato ad un organico rilancio di temi e di metodi rivisti e riprese11tati i11uria 11uova veste. Il docun1ento del cardinale Koenig e le dichiarazio11i di don Miano, · con la successiva riduzione ·della lo.ro importanza al solo piano religioso da parte de « ·L'Osservatore Romano >~, sen1brano obbedire i11 pieno a questa logica oscillante. Ora non dobbiamo dire che il problema dei rapporti tra comunisti e maggioranza democratica, così come il prob.lema di ogni eventuale modi~ fica dell'attuale posizione del Partito Co1nunista Italiano nello schièra5 !?ibiioteca_ignobianco

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