Nord e Sud - anno XV - n. 107 - novembre 1968

Editoriale seguiva la lunga serie di opposti commenti che per una quindicina di giorni ha mantenitto vivo l'interesse della stampa nazionale sull'avvenimento. Che cosa ne rimane ora? Cominciamo col dire che s'impone la constatazione di una persistente ma-ncanza di limiti nelle prese di posizione delle autorità ecclesiastiche sui problemi, diremo anche noi per amor di sintesi, d·ez « dialogo ». Naturalmente, le auto1rità ecclesiastiche sono, nel toro ordine, sovrane; e il nostro giudizio non ha 1 alcuna presunzione di fare l(l lezione· ad alcuno. Tuttavia, quando quelle prese di posizione concernono campi co,me quello delle relazioni tra forze politiche che sono particolarmente presenti nel nostro paese, ·e per giunta con riserva, da parte ecclesiastica, di un ptoprio diritto permanente di vigilanza, chi assume ·tali posizion-i deve bene aspettarsi i commenti e le reazioni altrui. I rapporti- fra· Stato e Chiesa non so1io mai stati facili in Italia: non lo furono prima della Conciliazione, non lo furono dopo in regime fascista, non lo sono stati e non lo sono nell'attuale, e già ventennale, esperien.za di democrazia repubblicana .. Sarebbe difficile negare, però, che .negli ultimi vent'anni le difficoltà sono quasi sempre nate da esorbitanze, non di rado veramente pesanti, . delle autorità ecclesiastiche fuori di qitei limiti che la prudenza e il diritto vorrebbero sempre rispettati in un paese, con1e l'Italia, in cui il problema dei rapporti fra Chiesa e Stato si pone, per O•vvie ragioni, in modo tutto particolare e non del tutto conforme alle esigenze di una moderna democrazia o addirittitra, talvolta, della vita politica moderna tout court. Sappiamo bene che ciò accade perché da vent'anni a questa parte la vita della nostra democrazia repubblicana fa perno, in maniera ,e misura preponderanti, sit itn grosso partito cattolico. Sappiamo, quindi, anche bene che u,na situazione d.i tal. genere ~ destinata a mutare,. nelle sue caratteristiche essenziali, soltanto il giorno in cui muterà il rapporto di forze tra laici e cattolici nell'arco d'ei partiti démocratici. Del resto, abbiamo sempre riconosciuto ohe questo grosso partito cattolico, nonostante tutte le sue eno_rmi deficienze, che sono ben lontane dal limitarsi al solo ca.mpo dei rapporti con le autorità ecclesiastiche, al proprio compito di sostegno e difesa delle istituzioni democratiche fino.ra non è venuto meno; e, perdurando questa condizione, non c'è ragione di mutare verso di esso il no-· stra atteggiamento. Ma, tutto ciò premesso,. ne deriva forse, come cosa opportuna o ne- ~essaria, che la vita p·o.Ziticaitaliana debba sempre essere esposta alla sorpresa .di vedersi condizionata, in modi talora veran1ente repentini e impensati, come appunto nel caso dell'episodio del 1° o·ttobre, anche su problemi sui quali i cattolici italiani dividono oneri e responsabilità con 4 Bibiiotecaginobianco

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