... Virginia Gangemi gli elementi formali che caratterizzano le. aree periferiche napoletane è da ritenersi presupposto essenziale per la individuazione dei nuovi assetti e degli interventi necessari a restituire a queste zone significati figurativi compiuti. Gli attuali strumenti urbanistici, avendo •di rpira essenzialmente l'individuazione delle destinazio,ni di uso e degli indici· di sfruttamento del suolo:, trascurano la precisazione delle metod·ologie di ricerca che, attraverso l'esame dei caratteri sociali, econo1 mici, morfologici e paesaggistici delle zone consentono di ·stabilire quali so·no i criteri di intervento più consoni all'interesse della comunità. Viene quindi lasciata ai redattori dei piani la facoltà di formulare ipotesi e scelte urbanistiche pur senza avere approfondito le più complete caratteristiche delle aree urbanizzate in cui si deve operare e senza l'ap,porto di esperti di altre discipline interessate ai problemi della ristrutturazione urbana. Le conseguenze di questa politica sono evidenti i·n molti Piani Regolatori: spesso n·orme ed indici che regolano l'utilizzazione -delle aree non esp•rimono alcuna « idea » t1rbanistica, posta alla base delle proposte di rio,rganizzazione della città. Per le zone periferiche dell'area napoletana, qualora non fossero chiariti con il nuo·vo Piano Regolatore criteri e metodologie di intervento, e si rinviasse il loro studio approfo·ndito ai •piani particolareggiati, affidandone, come sembra, la progettazione a diversi gru,ppi di urbanisti, non sarebbero perseguibili obiettivi unitari, né verrebbe espressa una visione globale degli aspetti paesaggistici e figurativi della città cui fare riferimento per il recupero formale delle frange urbane. Accade così che, mentre la cultura urbanistica è caratterizzata dalla rapida evoluzione di criteri e metodologie di pianificazione, a livello operativo si perseguono metodologie e si attuano scelte arbitrarie ed em1piriche che non hanno alcuna relazione con le formulazioni proposte in sede di ricerca scientifica. La costituzione di un centro di studi per i problemi di pianificazione dell'area napoletana, e la previsione - così come, è stato proposto dal Convegno sui problemi dello sviluppo di Roma tenutosi lo scorso anno - di un Istituto che elabori p1iani biennali di attuazione del P.R., d'intesa con le amministrazioni co·mp-etenti, e in vista della necessità di prevedere un processo di pianificazione continuo, potrebbero sottrarre le scelte urbanistiche ad approssimazioni ed improvvisazioni, tentando invece di realizzare la convergenza tra temi e tesi approfondite a livello teorico e scelte da attuare a livello operativo. VIRGINIA ·GANGEMI 64 Bibliotecaginobianco
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