Nord e Sud - anno XV - n. 107 - novembre 1968

Giornale a più voci forme di conduzione dei processi urban-istici su ampia base •democratica. Le norme urbanistiche, se no,n superate da una visione globale ed approfondita e dalla consapevolezza dei pro,blemi di fondo della periferia urbana, conducono molto s•pesso1 alla previsione, attraverso p•iani particolareggiati, di sistemazioni e ristrutturazioni delle zone periferiche che, nella maggioranza dei casi, consistono in sommarie ed epidermiche modifiche d,ei tessuti urban-i periferici. Con la previsio,ne di parziali ristrutturazioni viarie, o, con l'inclusione di nuovi servizi a completamento di espansioni residenziali non si ristrutturano le aree periferiche di cui occorre invece programmare la riqualificazione funzionale e formale (anche per quelle zone di più ,recente costruzione eppure già degradate) e la sostituzione, entro un certo periodo di tempo, di attrezz_ature già obsolete o di cui si prevede la rapida obsolescenza. La pro1grammazione di operazioni urbanistiche di questo tip·o presup·po 1 ne lo studio e la formulazione di un sistema di funzionamento che superi le deficienze economiche delle amministrazioni locali. ln un convegno tenutosi a Belgrado nel giugno 1965 in tema di ristrutturazione delle città, oppo,rtunamente si notava, a proposito· dei p,roblemi finan~iari connessi al rinnovamento delle strutture urbane, come sia indispensabile stabilire una collaborazione tra Stato e Comu1ni per attuare una politica finanziaria dei temp,i lunghi, senza tuttaV1ia pregiudicare l'autonomia delle amministrazioni locali. Infatti, forme di finanziamento che, escluden,do l'intervento dello Stato,, si basano essenzialmente sulla costituzione di consorzi di Enti locali, così come si è verificato in Francia (nei centri di Avignone e di Lilla, dove società ad economia mista hanno affrontato problemi di ristrutturazione), posso,no facilmente condurre a scelte urbanistiche dettate da interessi di gruppi locaLi di potere. La formulazione di ipotesi di ristrutturazio 1 ne della periferia napoleta11a, espresse in fase co,nclusiva sotto forma di d1isegno urbano, va preceduta dall'analisi di caratteri ti,pologici delle attrezzature attualmente presenti nelle zone periferiche, operazione indispensabile per vagliare la possibilità di un recupero funzionale dei tessuti urbani declassati. Lo studio delle trasformazioni e degli innesti da effettuare sulle vecchie aree urbanizzate, no1 n più i•donee agli usi che le esigenze attuali richiedono, deve essere acco1 mp·agnato 1 dalla individuazione di nuovi tip.i di att,rezzature, che prevedano l'integrazione in un unico organismo di diversi elementi funzionali, ora distinti in singole espressioni tip·ologiche. Va inoltre esaminata l'op,portunità che, mediante l'inserimento progressivo di nuove strutture urbane all'interno delle aree periferiche degradate, siano stimolati p1 rocessi di riquali,ficazione spontanea nei tessuti urbani co.ntigui. A questo ·proposito occorre considerare che un ruolo siffatto, nelle aree periferiche può essere assunto solo da strutture u,rb•ane che raggiun- · gono elevati Livelli qualitativi sia formali che funziona.li, come ad esempio le proposte di Alison e Peter Smithson per il Centro di Berlino o di Genjo Tange per la ristrutturazione di ~koplje. , Anche la valutazione degli attuali aspetti p•aesaggistici e delle relazioni tra 63 Bibiiotecaginobia_nco

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