Nord e Sud - anno XV - n. 107 - novembre 1968

I Editoriale Dopo un paio di settimane di polemiche, precisazio·ni, d'ichiarazioni, conferme e smentite, lo scalpore sollevato il 1° ottobre dalla presentazione di un docutnento del Segretariato per i non credenti sul « dialogo » fra ad~pti di fedi o convinzioni diverse si è sedato. Era natitrale che f asse così. Titttavia, il significato dell'episodio resta perché esso è stato rilevante in sé e perché si inserisce in tutta una serie di episodi, di sintomi e di fenomeni vari ma cospiranti a rendere il panorama politico del mondo cattolico italiano sempre piìt tormentato e complesso. È noto che il documento del quale parliamo, dopo d'i aver distinto tre diversi tipi d'i dialogo possibili fra credenti e non credenti, proclamava il dialogo in sé « no11 solo possibile, ma raccomandabile » ed estensibile ad una collaborazione pratica in vista del perseguimento di determinati obiettivi. Veniva, bensì, riconosciuta uria certa d'ifficoltà nel caso di dialogo fra credenti e marxisti, dato lo stretto rapporto posto da questi ultimì fra teoria e prassi, per citi lo stesso d'ialogo dottrinale viene subito trasformato in un fatto pratico, ossia politico; ma il riconoscimento della difficoltà non led'ev.a la tesi di fondo sostenuta nel docun1ento. Infine, veniva rivendicato alla gerarchia ecclesiastica il cotnpito di vigilare sitllo svolgimento di qualsiasi dialogo, affinché le condizioni stabilite nel doctlmento non si trovino a subire inauspicabili violazioni; e ciò pitr « nel rispetto· della legittima autonomia e delle competenze proprie dei laici ». Ad accrescere l'interesse o, da altri punti di vista, le preoccupazioni sollevate dal documento intervennero le risposte date da un ecclesiastico, collaboratore del cardinale Koenig, segretario per i non credenti, e presente alla conferenza-stampa del 1° ottobre, il padre salesiano don Vincenzo Miano, il qitale - a specifica domanda sulle prospettive di collaborazione politica fra cattolici e comunisti in Italia che il documento avrebbe pòtuto aprire - rispondeva che una tale collaborazione era possibile sol che sussistessero le seguenti tre condizioni: « 1) un accordo ben chiaro sugli obiettivi da perseguire, che non compromettano mai i valori irrinunciabili della fede, 2) una analisi CC'11cordante delle situazioni, 3) un accordo sulla metodologia da applicare >>. L'indomani « l'Unità » si precipitava a proclamare, con caratteri da scatola e con adeguati commenti, che « il dialogo è possibile »; e di qui 3 B~blioecaginobianco

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