... Franco Chiarenza alternative che già si •PO•seroalle generazioni precedenti: struttura di facoltà, prevalentemente sindacale, o struttura di università, teo,ricamente priù aperta ai p,roblemi della società civile, ma p-er questo più esposta ai ·pericoli della strumentalizzazione politica e del distacco dai piroblemi. universitari? Allora fu scelta la seconda strada, che pareva la più seria, la più profonda, la meno corporativa; n1a i rist1ltati so,no, quelli che tutti hanno potuto toccare co,n mano. Uno degli aspetti più interessanti di questa « rivolta» giovanile da analizzare è certamente quello dei suo,i rapporti col movimento co,munista; e ciò non tanto nei paesi orientali, dove l'identificazione del Partito· Co,mun·ista col potere dello Stato rende naturale una co,ntrapposizione polemica, ma piuttosto nei paesi occi,dentali, dove essi si sono tradizionalmente sempre identificati co,n ogni forma di pro,testa e di contestazio11e globale e rivo1 luzionaria. La verità è sem,pre difficile da ricercarsi, ma appare ormai abbastanza chiaro co-me vi siano stati da una parte un tentativo del movimento studentesco di strumentalizzare la classe operaia, qt1asi come « braccio·» di un'o;perazione rivoluzionaria che prescindesse dal Partito Comunista, e dall'altra un tentativo comunista di incanalare la p·rotesta giovanile negli schemi classisti del marxismo tradizionale. Tentativi falliti entrambi ,di fro•nte all'inatteso rifiuto degli operai a farsi strumentalizzare; rifiuto che quando·, co·me nel caso francese, si è accompagnato ad un am,p,io arco di richieste salariali, è divenuto addirittura controproducente rispetto al discorso di contestazione del sistema portato avanti da.gli studenti. In queste ·con,dizio,11iil Partito Comu- · nista, al di là di ogni assicurazione formale e di ogni com,piacimento demagogico, non ha esitato ad abbando·nare gli studenti schierandosi coi sindacalisti, tentando di mascherare appena questa ritirata medja11te l'apertura di un dialogo col movimento universitario; dialogo puramente app·arente, che non lascia altro spazio al movimento studentesco ,se no,n quello· di farsi inglobare nelle strutture co,mun.iste, subordinando le esigenze degli studenti a t1uelle del mondo 1 del lavoro, o,ppure di rimanere isolato. L'atteggiamento diffidente della classe operaia si spiega, almeno in parte, anche con la considerazione che il movimento stt1dentesco l1a finito, in diversi momenti, per identificare la polemica contro il sistema co•n una co,ntestazione della stessa civiltà co,ntempo,ranea, secondo certi schemi beat cl1e, pur su un piano diverso, non. sono. tuttavia stati estranei alla ispirazione della rivolta giovanile « impegnata». Questo discorso di contestazio,ne « globale» che investe il modo di esistere dell'uomo moderno, p·arte da con.siderazio-ni sulle attuali strutture sociali tutt'altro· che nuove, forse addirittura o,vvit, ma dimentica facilmente quale fosse la condizione di esistenza di quasi tutti gli uomini prima di questa civiltà e quale ancora si riscont,ra in larghissime aree del mondo. Vengono alla mente, leggendo i documenti approvati dalle assemblee studentesche, le differenze con le lotte studentesche del dopoguerra, quelle sostenute dalla generazio,ne precedente. La differenza caratterizzante consiste 54 • Bibiiotecaginobianco
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