Nord e Sud - anno XV - n. 107 - novembre 1968

.. Giornale a più voci con le associazioni giovanili in genere. Non è questa la sede in cui ciò può essere fatto, ma è comunque bene ·ricordare come questa crisi, pur essendo scoppiata clamorosamente solo in questi giorni, fosse evidente già da tempo e precisamente dal momento in cui le grandi componenti universitarie che rappresentavano il legame più immediato con la base studentesca si ridussero a divenire ·squallide appendici dei ,partiti politici, perdendo, malgrado gli sforzi o,rganizzativi, ogni aggancio co•n la realtà dei problemi che interessavano il mondo studentesco. Finito il tem,po della grande U.G.I. e della grande Intesa; l'U.G.I. si è trasformata in ·una ridotta proiezione del P.C.I. e del P.S.I.U.P., l'A.G.I., in un'appendice del P.L.I., l'Intesa in una sintesi del movimento cattolico universitario in cui, tuttavia, il Movimento Giovanile DC ha man mano assunto una posizione quasi prioritaria, « Caravella» in una sezione del M.,S.I. e, ultima arrivata, la C.D.S. ha trovato la propria funzione agganciandosi agli apparati del P.R.I. e del P.S.I.. Ma è chiaro che queste associazioni, e la loro proiezione istituzionale che erano gli o,rganismi rappresentativi, erano incapaci non soltanto di risolvere, ma anche di porre in maniera adeguata quei problemi che la classe di,rigente ra,ppresentata dai rispettivi partiti non riusciva a risolvere nel paese. Oltre a ciò, con uno spirito reazionario incredibilmente autolesionistico, il mondo accademico e la classe dirigente, lungi •dal favorire gli organismi rappresentativi, per fame, se non altro, degli strumenti validi di collegamento con la massa studentesca, ne hanno boicottato an·che quel poco di azione e di ,possibilità di sviluppo) e di trasformazione, contribuendo notevolmente al loro discredito, ed al loro esautoramento. Purtrop 1 po anche a questo problema il movimento universitario non ha saputo offrire una alternativa convincente; il regime di assemblea, che sembra oggi prevalere, è la fatale anticamera delle soluzioni autoritarie, ,del prevalere della faziosità e di ogni tipo di integralismo. Anche dal punto, di vista funzionale l'assemblea permanente non può garantire, se è veramente aperta e democratica, u-na continuità di discorso politico; se poi deve rap,presentare soltanto una finzione di democrazia e servire da copertura demagogica a soluzioni pre-costituite e decise ii1 altra sede, si tratta di un inammissibile . inganno. Ciò avviene d'altronde quando ristrette minoranze ideologicamente qualificate tentano di forzare il movimento) portandolo oltre il momento protestatario che ne rappresenta il vero cemento unitario e, col pretesto delle unanimità più o meno fittizie, approfittano delle circostanze per co,mp1 iere opera di sopraffazione vera e propria; si tratta certamente delle stesse minoranze che, in un diverso contesto storico e con un diverso background culturale . sarebbero state fasciste di ,derivazione sorelliana, anziché comuniste di ispi- • • razione marcus1ana. Per queste ragioni il movimento studentesco è tornato oggi, almeno nelle sue componenti più consapevoli, a discutere della rappresentanza e a ricercare nuovi modi di collegamenti organici che evitino di ricadere negli errori , del passato. Ancora una volta gli studenti si troveranno di fronte alle stesse 53 Bibli· tecaginobianco

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