Nord e Sud - anno XV - n. 107 - novembre 1968

Franco Chiarenza Colpisce, innanzitutto·, il fatto che il movimento studentesco, italiano abbia avuto, sin dalle prime battute, tutte le caratteristiche di un movimento di massa, contraddicendo clamorosamente il luogo comune qualunquista sulla non partecipazione degli studenti al dib·attito sulle: struttu 1 re. La verità, anche se può dispiacere, è che gli studenti erano indifferenti nei confronti delle strutture rapp 1 resentati,ve come si erano andate configurando e consolidando, e proprio perché queste strutture erano divenute incapaci ·di dibattere ed ap·profond.i,re i temi di fondo che interessavano il mondo studentesco. Ma il motivo di tale adesione massiccia va certamente cercato anche nel carattere prioritario di « protesta» che il movimento ha assunto nel nostro paese; la protesta è talmente giustificata da mettere in imbarazzo anche i ,più mo,. derati esponenti della classe politica e, soprattutto, da consentire uno slancio trascinante al qua,le, ·non a caso, tutto il mondo studentesco, aderisce, e nel quale finisco,no per essere inglobate financo le componenti neo-fasciste e paociairdiane (come è avvenuto in qualche momento· a Roma). Tuttavia, come è noto, tale protesta non è soltanto tecnic~, relativa cioè al funzionamento tecnico delle facoltà, ma soprattutto politica, in quanto si esprime essenzialmente in una richiesta di maggior potere, e ciò perché solo l'attribuzione di maggiori poteri agli studenti può garantire l'adesione delle strutture universitarie· alle esigenze del mondo giovanile e il rispetto delle regole, cioè, sostanzialmente, il ritorno dell'Università a quella concezione aperta di comunità di studenti e professori che è sem•pre stata nella sua tra~ dizione più elevata, prima ,di attraversare la mortificante esperienza burocra- _ tizzata di una sorta di super-scuola autoritar:ia che serve quasi esclusiva~ mente come piattaforma di prestigio alla classe dirigente del p·aese. Nel pas .. sato, nei momenti più alti della produzione culturale italiana ed europea, quando appunto le università si costituirono, questo era il loro contenuto (interessante rileggere oggi le considerazioni svolte da Eugenio Garin i11 Scienza e vita civile del Rinascimento italiano e L'educazione dell'uomo moderno, 1400-1600). Gli studenti hanno capito che lo scandalo degli esami in serie, dei pro• fessori invisibili, della mafia delle cattedre, delle libere -docenze ecc., si r.isolvono sop,rattutto restituendo· agli studenti la •dignità di interlocutori e la presenza attiva nella direzione della facoltà e degli istituti intermedi. Un'altra important~ constatazione che molti hanno fatto, e che risponde _innegabilmente a verità, è che .i tradizionali organismi rappresentativi che il mondo studentesco· si era faticosamente costruito negli anni precedenti, sono rimasti travolti dalla rivolta. In realtà ciò non dev~ stupire: quando le strut- · ture non corrispondono più alle finalità per le quali vennero create e alle esigenze attuali delle persone che devono rappresentare, per quanto perfette possano sembrare, esse subiranno sempre un analogo destino. La crisi ,degli organismi rappresentativi universitari (che è totale, dall'U .N.U.R.I. agli organismi di sede) può essere veramente capita soltanto se si ricostruisce la loro lontana origine, le trasformazioni che essi hanno subìto nel tempo e, so·prattutto, i loro rapporti con le associazioni universitarie e 52 ..... Bibliotecaginobianco

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