Giornale a 11iù voci che provoca quelle reazioni di panico, di cui abbiamo veduto una recente dimostrazione nelle elezioni francesi. Né si può dire che i fiumi d'inchiostro che sono stati versati fino a questo momento abbiano contribuito a chiarire in· qualche modo il fenomeno, impegnati tutti com'erano, chi più chi meno, a strumentalizzare questo famoso « movi 1 mento studentesco » mettendo in luce gli elementi che convenivano e ignorando quelli che non collimavano con 1e pro.prie tesi. Mettere ordine nell'analisi del fenomeno è, d'altronde, estremamente arduo; soprattutto perché il momento unitario, come sempre avviene, si è costituito nel rifiuto e nella protesta e non riesce a perpetuarsi, se non a costo di violenze fisiche e morali che lasciano il tempo che trovano, nella fase successiva dell'alternativa costruttiva. Non sono fenomeni nuovi: li abbiamo trovati molte volte nella storia e li troveremo ancora. Tuttavia il « movi,mento studentesco » presenta alcuni elementi caratteristici che è utile approfo-ndire. Essi mi pa:io·no soprattutto due: 1) la cosiddetta « rivolta cointro il sistema», che è poi in realtà una rivolta contro i·l potere costituito qualunque esso sia, e conseguentemente contro i valori che da esso sono incarnati. È interessante notare come questo elemento accomuni tutti i movimenti di protesta studentesca, e giovanile in genere, in tutto il mondo, pur provocando •paradossali divergenze (per cui, ad esem·pio, gli studenti italiani si agitano per negare la validità di molte cose che gli studenti di Varsavia chiedono a gran voce e viceversa, e ciò sol perché i rispettivi poteri costituiti si attestano su posizioni inverse). 2) una tensione morale profonda, che è stata dei giovani di tutti i tempi, ma che oggi trova maggiori difficoltà ad obiettivizzarsi in una società industriale e tecnologica come si presenta oggi e ancor più come si presume che possa p1 resentarsi domani a prescindere dalla ideologia politica che ne è alla base. In questo senso si capiscono i riferimenti continui alla Cina e a Cuba; si tratta infatti di paesi in cui lo sviluppo industriale e tecnologico è ancora assai rita11dato ed in cui i giovani sono sottoposti ad un continuo processo di sensibilizzazione in funzione di pericoli, veri e no, provenienti dall'esterno. A Cuba e in Cina è cioè presente una fortissima, continua, tensione mora.le, anche se, a ben vedere, essa ha in fondo una giustificazione sostanzialmente nazionalistica. In questo quadro, già di per sé abbastanza complesso, la particolare situazione italiana ha imposto varianti di non poco conto al movimento universitario. La dimostrata insufficienza delle strutture, l'arretratezza degli istituti, lo spirito borbonico ancora predominante nel mondo scolastico, il ritardo della ricerca scie,ntifica, sono tutti elementi che, innestati nella generale crisi -dello Stato, che si fa sempre p,iù evidente nel nostro paese, hanno dato una caratterizzazione diversa ed ancora più confusa alla protesta universi~ taria. Non pretendo di mettere ordine in questa anarchia; m.i limiterò ad esaminare alcuni aspetti caratteristici del movimento italiano, scusandomi in 1 anticipo se essi appariranno slegati e, qualche volta, financo contraddittori. 51 Bibiiotecaginobianco
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