I Note della Redazione carenaggio. Pensian10 a Napoli, dove, con un pragmatismo che non dispiace, nell'impossibilità di avviare lavori molto dispendiosi e ambiziosi, si sta installando un impianto (finanziato dalla Cassa) che viene definito « isola galleggiante» e che consentirà l'attracco delle superpetroliere a dispetto dei bassi fondali. Pensiamo a Napoli, al cui porto - che adeguatamente potenziato e organizzato può contribuire in modo di gran lunga più soddisfacente allo sviluppo della Campania e anche delle regioni vicine - gli enti locali regionali non sempre dedicano l'interesse necessario: onde può capitare che iniziative che lo riguardano si realizzino con molta lentezza o incontrino ostacoli (ad esempio, la stazio11e di degassificazione per petroliere, un ùnpianto esse11ziale, già progettato· e finanziato, resta bloccato per non ben precisate difficoltà burocratiche frapposte dal Ministero degli Interni). Nari sono, tnson1ma, quelle concernenti la creazione dei « superporti :->, questioni da risolvere con trattative bilaterali tra enti portuali e interessi industriali, da un lato, e Ministeri della Marina Mercantile e dei Lavori Pubblici dall'altro, ma sono argomenti da Comitato intern1inisteriale di programmazione (così come lo fu la questione del riassetto dei cantieri navali). E sono argon1enti a proposito dei quali si dovrà far valere, incisivamente, la priorità meridionalistica; anche perché, si badi, nonostante i recenti sviluppi della raffinazione e della petrolchi,nica nel Sud (onde Augusta e Napoli e più di recente, anche Porto Torres e Sarroch in Sardegna, hanno visto svilupparsi enormeniente la loro funzione di porti petroliferi) esiste senipre un problenza di miglior ripartizione dell'industria chin1ica e petrolchimica tra Nord e Sud. C'è poi da considerare che la scelta di pochi porti in cui concentrare il moviniento delle superpetroliere non in1plica necessarianiente il sacrificio del movimento petrolifero degli altri porti; al contrario, all'identificazione di alcuni « superporti » per i petroli, va accompagnata quella di alcuni porti « di raccordo ». Molto in breve: la superpetroliera non scarica solo a terra, n1a travasa anche il petrolio in navi di tonnellaggio rrtinore che lo trasportano in quei porti che debbono servire industrie di raffinazione che sarebbe 1ne·no conveniente servire via terra attraverso oleodotti. Come si intuisce il discorso è co,nplesso, 1na va fatto subito, per evitare scelte arbitrarie o s11rechi. Per evitare, com'è già accaduto, che la programn1azione debba servir solo a n1ettere il coperchio sulla pentola dove altri hano già cotto la minestra. 45 Bibiiotecaginobianco
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