Nord e Sud - anno XV - n. 107 - novembre 1968

Note della Redazione nella sostanziale mancanza di fiducia in se stessi, ossia nella convinzione che il partito non abbia saputo tenere il passo con i tempi, non abbia saputo adeguarsi alle mutate esigenze della società italiana: e che questo ritardo, questa incapacità siano talmente gravi, da compromettere ogni seria azione politica, non importa se di governo o di opposizione. Sotto questo aspetto, il discorso di Mancini ha avuto una grande importanza, specie perché pronunciato da un uomo cui spesso si imputa di lasciarsi guidare esclusivamente da considerazioni di pragmatismo spicciolo. Con una diagnosi lucidissima, Mancini ha detto: se i socialisti non si convincono che « da itn errore d'i analisi dei fenomeni in atto della società italiana possono derivare errori politici incalcolabili »; se essi non riusciranno a trasformare il loro partito « in uno. strumento non tecnocratico, ma rispondente alla realtà sociale e culturale del' mondo d'oggi», c'è il rischio che « il distacco della società civile dul siste1na politico può risolversi nella duplice nefasta possibilità d'i polarizzarsi in un sistema amo·rfo di coritestazioni avventuristiche globali, facile esca per gruppi po,Zitici non responsabili, pronti a giocare la partita del potere anche fuori dalle regole democratiche: oppure di risolversi in un neo-corporativismo integralistico intorno al tronco della Democrazia Cristiana, avendo come contraltare un neo-corporativismo protestatario addensato intorno al partito comunista ». La realtà è che i socialisti debbono agire a un duplice livello: a livello del paese e a livello del partito. Superfluo dire che l'una e l'altra azione sonn due mo·di di essere di quella che De Martino ha definito la presenza socialista nella società italiana e nello· Stato. Ma proprio l'urgenza e la necessità di questa presenza impongono che le scelte non vengano rimandate troppo a lungo, che i personalisrni - se ci sono - vengano accantonati. L'unico « disimpegno » che non si ha il diritto di sostenere è il disùnpegno dalle proprie responsabilità. Quando questo numero di « Nord e Sud» sarà distribuito, il Co111itato Centrale socialista avrà superato, speriamo, l'impasse dell'Eur; e ci auguriamo che, salvi i diritti della minoranza, la maggioranza - non quella del 52%, n1a l'intera maggioranza - avrà deciso di rispettare l'indicazione di fondo emersa dai dibattiti pre-congressuali, e cioè l'avvio di trattative per la costituzione di un centro-sinistra meno « faraonico », come ha d'etto Giolitti, ma più incisivo e rifornzatore. Se poi le vicende interne della DC i1npediranno una soluzione del genere, i socialisti non, avranno nulla da rimproverarsi. Ma se la paralisi socialista dovesse portare alla paralisi del paese, il giudizio dei militanti socialisti, degli elettori socialisti, di tutti gli italiani non potrebbe essere che assai severo. Per concludere, qualche parola su Nenni. Pt,lÒdarsi che il vecchio leader abbia commesso un errore, scendendo in campo a sostegno di una deter-: minata corrente. Ma è ingiusto e ingeneroso dimenticare - come talvolta si è fatto - che Nenni ha speso tutta una vita al servizio dell'idea socialista; che per questa sua fede ha patito privazioni ed ha sofferto l'esilio; che ha 1 visto 1norire una figlia in un lager nazista. Ciò non significa, ovviamente, che 39 Bibiiotecaginobianco

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