Nord e Sud - anno XV - n. 107 - novembre 1968

Note della Redazione alla tesi lombardiana per cui ai socialisti non deve interessare la stabilità democratica, ma solo la costruzione della società socialista - come se l'esperienza non insegnasse che dalla debolezza dei regimi democratici trae vantaggio soltanto la reazione di destra -; ci _riferiamo anche alle tesi di politica estera. Ha detto Lombardi che, così come le manifestazioni di protesta svoltesi in Europa contro la guerra del Vietnam sono valse « a isolare moralmente e politicamente il governo degli Stati Uniti e a dare un incoraggiamento reale ed efficace a quell' ' altra America ' pacifica e antirazzista che pure esiste », nello stesso modo un movimento popolare che mettesse in discussione il Patto Atlantico darebbe « al popolo sovietico ... (non ai dirigenti neostalinisti dell'Unione Sovietica!) un incoraggiamento, sarebbe di sostegno a quell' 'altra Russia ' che pure esiste ». È questo, ci sembra, un perfetto esempio di wishful thinking; certo non è un discorso politicamente valido ...4rnmesso pure che le n1anif est azioni svoltesi in Europa con.tro la guerra del Vietnam abbiano in qualche modo infiuenzato la politica degli Stati Uniti; ammesso pure che dietro Pavel Litvinov ed i suoi amici esista effettivamente un'« altra Russia», consapevole e pronta alla lotta, è quasi superfluo osservare che mentre negli Stati Uniti la libertà di inforn1azione consente all'opinione pubblica di conoscere quanto accade nel resto del mondo, nell'Unione Sovietica, non esistendo la libera circolazione, non diciamo delle idee, ma anche soltanto delle notizie, non si vede proprio come un'iniziativa presa all'estero potrebbe alin1entare l'opposizione dell'altra Russia alla politica ufficiale; né si vede in quale modo questa eventuale opposizione potrebbe concretamente tradursi, visto che qualsiasi marcia della pace sarebbe dispersa dalla polizia e i pacifisti finirebbero in galera per anni. Non stupisce, pertanto, che la stragrande rnaggioranza del Congresso socialista, anche se legata sul piano sentimentale a uon1ini come Lon1bardi o come Santi, abbia respinto la loro impos'tazione politica, trovando una piatta/ orma d'intesa sui principali problemi, di politica estera come di politica interna. E il fatto che per taluni esponenti del Partito - come, ad esempio, Preti o Cariglia - certe soluzioni rappresentano l'optimum, mentre per altri - come Bertoldi o Vittorelli - le stesse soluzioni rappresentano semplicemente una necessità, non avrebbe dovuto costituire una barriera insormontabile. E difatti c'è stato un momento - precisa,nente, dopo il discorso di Mancini, che costituiva chiaramente un avvicinamento alle posizioni di De Martino - in cui è parso ch_e la barriera fosse per essere sormontata. Invece, questo non è avvenuto. Si è detto che la rivalità personali avrebbero preso il sopravvento su qualunque altra considerazio·ne. Può anche darsi che i personalismi abbiano pesato negativamente sulle scelte, o meglio sulla mancanza di scelte, del Congresso. Ma si tratta una spiegazione semplicistica. A nostro avviso, più cfie nelle reciproche diffidenze, nei sospetti, nei processi alle intenzioni - che pure, senza alcun dubbio, esistono e incidono pesantemente all'interno del PSI - la causa della paralisi socialista va ricercata 38 Bibiiotecaginobianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==