Nord e Sud - anno XV - n. 107 - novembre 1968

Mario Pendinelli democratiche do,vrebbero, improvvisamente, registrare una vitto-ria nei confronti ,dello « stegosauro »? Perché la DC, che sul p·roblema della Federco·nsorzi non ha mai mollato, ·dovrebbe cedere o·ra? In realtà la DC ha p·er lo meno du.e buo,ne ragioni p,er chiud,ere o·ggi la « p-a,rtita Federconsorzi ». La prima si chiama proprio «gestione-ammassi»: i dirigenti demo-cristiani si ren,dono perfettamente co·nto che l'Italia è un paese nel quale è possibile insab·biare an,che un « p·roblema -da mille miliardi »: insabbiare, sì, ma non in,definitamente. C'è sempre un momento in cui i conti si è costretti a presentarli: meglio, quindi~ :cercare di ottenere, dagli alleati di go·verno, una « sanatoria», magari offrendo·, in cambio, qualche contro·partita. La seconda ragio,ne è che, mentre gli oppositori della Federco·nsorzi ,discutevano e protestavano senza cavare il classico ragno dal buco, la Federconsorzi si è, negli ultimi anni, astutamente trasformata in holding finanziaria, per -cui, allo stato attuale .delle cose, gli ammassi e le altre operazioni per conto ,dello Stato la riguardano per po,co·, salvo,, ovviamente, per i ren•diconti anco,ra da p1 resentare. E tuttavia anche questi motivi non sarebbero sufficienti p•er convi11cere la DC a porre sul tappeto il p·roblema ,della Federco·nsorzi, se quest'ultima non fosse in difficoltà nella sua « faccia » poli~ tica; se, cio·è, la Coldiretti no·n attraversasse, oggi, un mo·m·ento di pro.fo·nda crisi. Il tempo in ·cui Bo-nomi poteva sbandierare (come nel '58) la p·resenza in Parlamento, di ben 50 dep-utati .della sua organizzazio·ne, è finito da un pezzo. E, soprattutto, lo stésso Bo·n-omi, affetto da un male incurabile che non gli consente ormai se non una sempre più ridetta attività, non riesce più a controllare, come fa,ceva un tempo, la mastodontica o·rga·nizzazio·ne da lui creata. Se ne è avuta una chiara prova, proprio di recente, in seno all'AIA (Associazione •che raggruppa la stragrande maggioranza degli allevatori italiani)~ In questa orga·nizzazione un grup·p·o di allevatori della Valle pa.dana e due esp:on·enti del Mezzo-giorno: il ,dr. Carignani di Avellino· e l'avv. Formica di Matera, hanno con.dotto un'energica azione per ottenere che l'AIA operasse -direttamente - e noì1 tramite la Fede~consorzi - nel campo ,della tutela ,dei p·ro·dotti e della trasformazione, co,mmercializzazione e vendita degli stessi. Sembrava, ad un certo punto, che fosse possibile raggiungere, in tal senso, un co,mpro,messo; e, anzi, l'on. Truzzi - Vice preside·nte d·ell'AIA (ma anche della Col-diretti) - aveva siglato un accordo 34 Bibliotecaginobianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==