Nord e Sud - anno XV - n. 107 - novembre 1968

.. I Il potere e la piazza alleanza quanto di una così abietta dedizione al fascismo, da destare la nauseata ripulsa nel gerarca Dino Grandi 27 • E così col parlamento si avviava al suo mesto tramonto anche lo Stato liberale, che sarà affossato definitivamente con le leggi eccezionali del no·vembre 1926. Gli subentrerà lo Stato fascista corporativo, totalitario e dittatoriale che, nonostante le reiterate e truculente proclamazioni statolatre ( « tutto nello Stato, nulla fuori e contro lo Stato » ), fu nella sua intima sostanza uno Stato fondato sulla piazza. Sostenne Piero Gobetti quello che apparve e a talt1no tuttora appare un paradosso: che lo· Stato mussoliniano altro non fu se non la continuazione e il logico sviluppo dello Stato liberale. Orbene questo enunciato non deve essere considerato nella sua letteralità, ma esige talune precisazioni. Se infatti si considera l'avvento del fascismo al potere sotto il profilo giuridico-costituzionale, l'enunciato non può reggere: l'ordinamento fascista soppressé quello liberale e vi si sostituì in misura siffattamente radicale da potersi legittimamente parlare di successione di .Stati. Ma sotto il profilo storico-politico ciò non è: infatti il fascismo altro non fece se non rafforzare con metodi violenti la posizione vacillante delle tradizionali forze di potere, che il regin1e parlamentare liberale non era più in grado di salvaguardare dagli attacchi di un'avanzante democrazia. Un comune denominatore dunque accomuna lo Stato liberale e lo Stato fascista, talché ben si può affermare che il primo ha generato il secondo. 11 fascismo - quello storicamente determinato e circoscritto nella impresa mussoliniana - nacqt1e e maturò nel grembo to,rbido e infuocato dell'interventismo nazionalista e vide la luce nelle « radiose giornate »; nacque nel bel mezzo della piazza, visse nella piazza e morì in una congiura di palazzo fra il tripudio della piazza. Ma l'origine piazzaiola del fascismo era congeniale all'indole costituzionalmente demagogica di Mussolini, che non volle mai rinunciare al consenso popolare a costo di ricorrere alla finzione e alla farsa; ep·pertanto non potendolo ottenere nelle forme costituzionali, lo creò artificialmente con le « adunate oceaniche », coi « dialoghi con la folla », con l' « azione diretta >> delle squadre contro i recalcitranti. Lo Stato fascista non riuscì ·mai a realizzare una « legalità rivoluzionaria»; dopo avere sostituito la Camera dei deputati con una effimera « Camera dei fasci e delle corporazioni » - un complesso coral~ di basso conio, il cui unico ufficio era quello di elargire inneggiando il suffragio unanime a tutte le decisioni in precedenza adottate dal dittatore - il governo fascista non riuscì a sqttrarsi alla tentazione di vio21 Op. cit. a nota 19, I, p. 253. 115 Bibiiotecaginobianco

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