Nord e Sud - anno XV - n. 107 - novembre 1968

.. I Il potere e la piazza nazionalismo nacque il nazionalf ascismo che nelle giornate del maggio radioso seppe persuadere il Paese, piegare il parlamento. Era un nazi~ nalismo più vero e maggiore, che, sublimando la sua intima essenza, si spogliava di tutte le scorie. Era la sottomissione del parlamento, la messa a disposizione della costituzione, la dittatura militare e poliziesca e, dietro tutto questo, la « marcia dei produttori » 13. La prima risposta dell' « Unitario » è piuttosto generica, ma contiene già uno spunto pieno di significato: u• Ma chi ha accettato la guerra come un tragico dovere e non faceva parte di nessuna delle « minoranze decise a prepotere », ha il diritto di · ricordare agli storici troppo semplicisti e semplificatori che se la superficie delle giornate di maggio fu in parte torbida e schiumosa, al disotto di essa, meno rumorosa e pronta al sacrificio, v'era la parte più pura e migliore dell'anima italiana 14. La parte più pura e migliore dell'anima italiana: e perché? Allora gli « altri » erano tutti traditori e vili, bastardi e nemici della patria: anche coloro che, maledicendo alla guerra, vi andarono obtorto collo, fecero il loro dovere e magari perdettero la vita o fecero ritorno con le carni piagate! Ecco che cosa è talvolta il « paese reale »: è quanto di più immaginario e lontano dalla realtà che pensar si possa! Ribatte il Salvatorelli richiamando il suo contraddittore ai reali termini del problema : L'unitario fa questione di persone, laddove io parlavo di gn1ppi e di cricche politiche; fa questione della guerra nazionale, laddove io parlavo della politica interna di guerra d'una parte dell'interventismo. Non il fatto dell'intervento e tanto meno la coscienza di « chi ha accettato la guerra come un dovere», ma l'incremento e la trasformazione del nazionalismo e la nascita del fascismo nell'ambiente della campagna interventista e della guerra erano l'oggetto del mio studio 1s. Messo alle strette, l'« Unitario» entra nel vivo del problema e, ìn una lunga lettera, suddivisa in capitoli, ne intitola uno La legalità e la piazza. Dice : Nel maggio 1915 la Camera dei deputa.ti era nella sua maggioranza per Giolitti e contro Salandra, cioè per la neutralità e contro l'intervento. E si può ammettere, dal punto di vista costituzionale, che la Camera avesse il diritto di rovesciare un Governo che, non interpretando bene la sua volontà, aveva deciso la guerra. Avrebbe compiuto un'azione disonorevolé, a mio giudizio, ma forse non illegale. Ora ci sarebbe una prima conside13 In Rivoluzione liberale, 1° maggio 1923. 14 Ivi, 5 1naggio 1923. ts I vi. 103 Bi biiotecaginobianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==