Nord e Sud - anno XV - n. 107 - novembre 1968

Antonino Répaci leggi dell'ordinamento, è di per sé azione illecita, in ciò distinguendosi dalla opposizione - là dove questa è riconosciuta - giacché l'opposizione, pur co,ntestand,o. la condotta - non la legittimità - del potere, si muove nell'ambito lecito istituzional~ del potere stesso. 11. Non di ra,do succede che il potere si avvalga dell'opera della piazza quale strumento per co-nseguire determinati suoi fini: e questo fenomeno si presenta con particolare tipicità nella storia dell'Italia unita. Trattasi ·di una manifestazio,ne patologica la cui entità non è forse ancora stata adeguata:mente considerata dalla storiografia. L'episodio più clamoroso e probante di codesta manifestazione è offerto dalle cosiddette « radiose giornate ·di maggio» del 1915. Com'è noto, non ap,pena apertosi il primo conflitto mondiale, già nell'autunno del 1914 erano venuti formandosi due schieramenti politici opposti: quello di coloro· che ritenevano necessario l'intervento dell'Italia nel conflitto (interventisti), e quello di coloro che propugnavano la neutralità (neutralisti). Questa contrapposizione aveva notevolmente turbato e alterato la ·dialettica politica del tempo, giacché, mentre una parte della borghesia (nazionalisti, liberali ·di destra) era venuta a traversi a fianco di un settore - sia 1 pure esiguo - del proletariato (socialisti mu-ssoliniani, salveminiani, bissolatiani e anarchico-sindacalisti), un altro settore della borghesia stessa (giolittiani) si venne a trovare praticamente allin,eato con vasti settori popolari (socialisti e cattolici). Entrambi gli schieramenti provocarono frequenti e talora gravi 1noti di piazza e assai spesso si scontrarono, provocan·do disordini di notevole entità. È co·munque storicamente accertato che gli interventisti, se pure più ·dinamici e virulenti nelle loro manifestazioni, rappresentavano una esigua minoranza del paese, la cui maggioranza era contraria all'intervento in guerra. Orbene questo orientamento del paese era pienamente rispecchiato in parlamento, tanto da potersi affermare che, in questo frangente, paese re~le e paese legale si identificavano. Ma del tutto diverso era l'orientamento del potere regio e del potere esecutivo: quest'ultimo, nelle mani di Antonio Salandra, si era co·mpletamente sottomesso al primo. Accadde ·pertanto che, fallite le trattative col governo di Vienna, condotte con _scarsa buona volontà da entrambe le parti, il governo italiano si legò agli alleati occidentali con quel monumento di insipienza politica che fu il patto di Londra. · Il maggio del 1915 registra momenti drammatici. Il presidente del Consiglio, Salandra, l'uomo politicamente più infausto per l'Italia liberale, venne a trovarsi vincolato - avendo anche vincolato la responsa98 Bi bi ~ot~caginobianco

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