Giovanni Coda-1\/unziante livello nazionale rischierebbe, infatti, come è già avvenuto in molte occasioni nel passato, di mortificare alcune esigenze locali, o di non dare adeguato impulso· ad altre. Anzi, a questo proposito, si può ben prevedere che sarà necessario distinguere, all'interno del piano regionale, zone diverse, per ognuna delle quali dovrà essere prevista una specifica direzione di sviluppo. Non intendiamo qui parlare di u11 piano di sviluppo· imposto per forza; o almeno una tale imposizione non ci pare necessaria se non in quei casi in cui le decisioni di pochi singoli possano compromettere la riuscita del piano per tutti. È, però, a nostro· avviso, indispensabile che coloro i quali volessero procedere ad investimenti in senso- contrario a quello del piano· no•n possano pretendere di godere delle facilitazioni e degli incentivi che il potere pubblico è disposto a concedere per favorire gli investin1enti necessari alla riuscita del piano stesso. Una manovra degli incentivi per il raggiungimento di ben definiti e chiaramente affermati obiettivi economici, è finora del tutto mancata. E specialmente è mancato un qualsiasi tentativo per indirizzare la localizzazione degli investimenti per i quali erano concessi gli incentivi. Così , si è continuato a finanziare la costruzione di case colo·niche sulla cima e sulle peridici delle montagn.e dell'A_ppennino, nelle zone impervie dalle quali i contadini cominciavano- a fuggire e per le quali molti prevedevano .un ritorno a forme di agricoltura estensiva. E, d'altra parte, cooperative o cantine sociali erano costrette dalle difficoltà creditizie ad alleggerire i loro stocks di prodotti nei mo.menti meno propizi del mer- · cato, o a limitare i servizi prestati ai loro- membri. Una delle maggiori funzio,ni degli Enti di Sviluppo dovrebbe pro·prio essere quella di rendere possibile una politica selettiva, co-n la formulazio-ne dei piani di sviluppo regionale sopra ricordati. Gli Enti di Sviluppo potranno naturalmente avere anche ampia parte nell'attuazione diretta di alcune decisioni politiche, come quelle relative alla ricomposizione fondiaria o alla cooperazione agricola; ma di esse non tratteremo qui, perché voglian10 lin1itarci per quanto possibile al campo· degli investimenti. Ed a. questo proposito è ora il momento di ritornare al problema della cosiddetta fiducia. Il f3ttore-fiducia è, come a·bbiamo detto, importante, perché determina la volontà dei singoli agricoltori di giovarsi degli incentivi messi a disposizione dal Governo, e di decidere quegli investimenti che sono indispensabili per il progresso dell'agricoltura. Non solo: esso è inoltre indispensabile per ottenere la collaborazione degli agricoltori, che e necessaria per il successo di alcune politicl1e agrarie. 80 Bibliotecaginobianco
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