Giovanni Coda-Nunziante mente impiegata in agricoltura; e non vi è dubbio che l'aumento, della produttività per unità lavorativa verificatosi recentemente in Italia nel settore agricolo sia in gran parte d.ovuto alla diminuzione delle forze di lavoro impiegate. L'aumento del prodotto totale si otterrà, però, oltre che con l'adozione di tecniche produttive più moderne, con l'aggiunta di nuove dosi di almeno alcuni dei fattori in1piegati. E poiché l'agricoltura si tro-va a dover aumentare il suo prodotto, pro-prio quando deve ced~re gran parte della sua forza d-i lavo-ro ad altri settori dell'economia, ci pare evidente che questa diminuzio11e del fattore lavoro debba essere più che compensata da un aumento del capitale investito. Anche perché l'ad~- zione di nuoye tecniche produttive richiede nella maggior parte dei casi una sostituzione di investimenti, eseguiti in passato-, che diventano obsoleti. Un vigneto, per esempio, piantato in maniera da non permettere le lavorazioni meccaniche, diventa non economico. Il capitale investito nel passato per il suo impìanto ha, quindi, produttività zero e no-n c'è alternativa di produzione poiché esso non può essere trasferito. È quindi un capitale che deve essere interamente sostituito. Casi analoghi sono frequenti in agricoltura, e dimostrano la necessità di ingentissimi investi1nenti per ottenere quella ristrutturazione e modernizzazione che risulta necessaria. Nel programma quinquennale presentato alcuni mesi or so,no dal ministro Giolitti, si stima che il fabbisogno di nuovi investimenti agricoli per il quinquennio 1965-1969 si aggirerà su 3.920 miliardi (comprensivi delle quote per il rinnovo del patrimonio esistente): dei quali, 1.400 miliardi saranno a carico dei privati. Ricapito-landa quanto siamo venuti dicendo, si ha che, una volta_ riconosciuta la necessità di a1tn1entare la produzione agricola nazionale, ne scaturisce da una parte la necessità di tecniche più moderne, ma principalmente la indispensabilità di un t1usso di nuovi investimenti verso questo settore dell'economia. Sarà bene, quindi, fermare la nostra attenzione sulla maniera per ottenere u11 tale risultato. Ma prima vorremmo aprire una parentesi che ci pare abbia importa11za per quanto verremo dicendo in seguito. · Le politiche econon1iche possono, in maniera sia pur grossolana, essere divise in due gruppi: le politiche congiunturali od a breve termine, da una parte, e le politiche strutturali o a lungo termine, dall'altra. La distinzio-ne è basata più che altro sullo scopo per cui una politica viene usata. Da un certo punto di vista si può anche dire che politiche che interessano la struttura di un settore,,. economico possono 76 \ -Bibliotecaginobianco
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