Nord e Sud - anno XI - n. 59 - novembre 1964

Giovanni Coda-Nunziante esso non continuerà in maniera più o meno accentuata anche in futuro. Questo aumento di domanda ha avuto come necessaria conseguenza, in parte anche per le cattive condizio,ni climatiche delle annate 1961/62 e 1962/63, un aumento- dei prezzi interni ed uri largo ricorso alla importazione di derrate alimentari, favorito da una ampia 1nanovra del mercato, di iniziativa pubblica, tendente appunto a contenere l'aumento dei prezzi. Da un sia pur breve esame dei dati sui prezzi e ·sulle importazioni, il fenomeno di cui sopra risulta evidente. Basti ricordare che i prezzi al consumo dei prodotti ali1nentari per l'anno 1963 sono- aumentati del1'8,2% nei confronti del 1962i mentre per i prodotti non alimentari ed i servizi l'aumento è stato rispettivamente del 6,1% e del 7,2% 1 • Il valore delle importazioni alimentari (in lire costanti 1963) è, invece, passato, dal livello di 524 e 573 miliardi degli anni 1961 e 1962, agli 897 miliardi del 1963 2 • La bilancia alimentare ha presentato di co-nseguenza un saldo passivo di 480 miliardi. Quanto agli effetti dei fenomeni ricordati sugli investimenti essi sono ugualmente evidenti. Se parte almeno degli 897 miliardi di importazioni alimentari fosse stata sostituita da importazioni di macchinari e altri ben.i di investimento, non avremmo alle porte la minaccia di una recessione. È naturale che non si può importare contemporaneamente beni di consumo e di investimento, avendo così l'uovo e la gallina allo stesso tempo. Questo per quanto riguarda il passato. Ma il problema non è molto diverso guardando al futuro. Come si è detto, è prevedibile ed augurabile che la domanda alimentare aumenti ancora nei prossimi anni. La produzione agricola, d'altra parte, ha sì mostrato nel· passato un andamento crescente, ma ad un tasso non molto elevato .. Se tale situazione - non dovesse cambiare, la conseguenza non potrebbe che essere una maggiore importazione di generi alimentari. In un recente convegno il Prof. Tagliacarne 3, anche se con un calcolo grossolano, attirava l'attenzione sul fatto che, mentre nel periodo dal 1934 al 1938 la nostra bila11cia alimentare presentava in media un attivo di più di 31 miliardi annui (a prezzi costanti 1963), dal 1956 al 1960 tale attivo veniva- ridotto a soli 196 milioni. Questi dati vanno messi in relazione, come abbiamo detto, con un fenomeno positivo, quello dell'aumento dei consumi ali1 Bollettino Mensile di Statistica, Giugno 1964. 2 Bollettino Mensile del Commercio Estero, Dic. 1963. 3 TAGLIACARNE G., Evoluzione e prospettive della bilancia valutaria dell'alimentazione, Convegno sull'orientamento dei consumi aHm.entari,,,. Unione Italiana delle camere di commercio, Roma 14-16 Luglio 1964. 74 \ .Bibliotecaginobianco

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