Antonio Vitiello - Mario Dilio Dagli Ordini professio-nali ci si aspetterebbe una difesa chiaroveggente degli interessi istituzionali. ·Essi invece non smettono di fare le gilde e si impegnano nella sterile difesa -delle posizioni .acquisite che, troppo spesso, è una difesa del passato e della tradizione in quanto tale. La presa di posizione del Consiglio dell'Ordine romano ( « la professione forense è, e deve essere, espressione purissima di libertà e di autonomia sottoposta alla l~gge ed ai tradizionali principi deontologici ») testimonia dell'incapacità di dare risposte creative alla sfida di una società che si rinnova. Sarebbe bello se gli Ordini si impegnassero a promuovere la n1odemizzazione dei servizi professionali, sfruttando la loro forza di pressione agli stessi utili fini, ai quali mirano i loro iscritti più attenti e sensibili ai tempi, e che qualcuno, « in mancanza dell'iniziativa privata », vorrebbe che lo Stato perseguisse. Ma agli occhi degli Ordini un'attività del genere non può che apparire suicida. Infatti, non c'è èhi non assista al progressivo svuotamento d'importanza di queste « glo,riose istituzio11i », proprio in relazione alla crescente burocratizzazione delle professioni liberali. Il professionista in condizione dipendente trova un più appropriato strumento di difesa e promozione dei propri interessi nei « sindacati intellettuali » che si vanno sviluppando in direzione quasi sempre antago,nistica a quella degli Ordini: il caso. dei medici insegni. Era prevedibile cl1e, passando da una condizio-ne di craf tman- , ship ad una di impiego in strutture organizzative complesse, i professionisti avrebbero -abbandonato le gilde per i sindacati. Combattendo la burocratizzazione, gli Ordini difendono gli interessi di una parte dei loro iscritti, ma difendono sopr~ttutto se stessi dal progressivo svuotamento. ·Sembrerebbe che proprio per ragioni strutturali, nella misura in cui i componenti dei Collegi- si identificano con l'istituzione, deb-. bano assumere posizioni pujadiste di fronte al problema dell'aggregazione e specializzazione dei ruoli professionali. Per salvaguardare la pro.fessio-ne liberale gli Ordini non hanno-, forse, che un't1nica so1uzio·ne, purtroppo illiberale. ANTONIO VITIELLO L'industria e il porto Tutta la pro·blematica sulla progran1mazione si riduce, in fo11do, ad un concetto chiaro ed elementare: riferita a una città, si potrebbe dire che, accertati bene i fatti, cioè le realtà- dell'ambiente in esame, è fo,ndamentale l'esigenza di creare e far funzionare tutta una serie di collegamenti fra gli organismi cittadini indispensabili ai fini dello svolgin1ento di un'azione coordinata· e armonica, affinché la forza produttiva della città costituisca effettivamente la risultante delle forze delle singole attività (agricoltura, industria, commercio, servizi, scuola, forze di lavoro e via diceI)do ). Una qualsiasi attività umana presuppone l'antico e semplice metodo: 68 \ -Bibliotecaginobianco
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