Nord e Sud - anno XI - n. 59 - novembre 1964

Giornale a più voci - Naturalmente non muta il contenuto dell'attività, fondata sempre sulle competenze giuridiche, ma muta profondamente il rapporto con il cliente. - Quest'ultimo, infatti, è rappresentato dalla burocrazia stessa dalla quale il professionista è monopolizzato in posizione dipendente. L'avvocato conserva una certa libertà ed autonomia per gli aspetti più strettamente tecnici del suo lavoro, ma le limitazioni che gli vengono imposte lo sono in nome· di scopi diversi da quelli della professione, di quelli, cioè, della burocrazia che lo impiega: scopi di profitto, ad esempio. L'avvocato dipendente passa in genere in una situazione di lavoro di gruppo ed è sottoposto al responsabile del servizio-, sia per quanto riguarda il carico di lavoro, sia per quanto riguarda indirizzi e. questio1li più strettan1ente tecniche. Infine, il rapporto con il ·cliente-padrone rimane, sì, un rapporto cooperativo, ma alterato e trasformato nel weberiano « dovere di fedeltà all'ufficio». L'onorario diventa stipendio. Come si vede, l'avvocatura dipendente in posizione di staff conserva solo le poche caratteristiche irriducibili del modello liberale, il quale appare, invece, ben armonizzato con le esigenze mo-derne della specializzazione e della integrazione delle funzioni professio-nali in quelle forme federative di cui abbiamo- parlato in apertura; e lo sarebbe anche in strutture burocratiche nelle quali gli avvocati si trovassero no·n in posizione ausiliaria, ma principale. È questo il caso delle organizzazioni erogatrici di prestazioni professionali dove i rapporti tra dipendenti amministrativi e professionisti sono in una certa misura capovolti ed è l'amministrazione che occupa la posizione ausiliaria. Il prototipo delle organizzazioni erogatrici di prestazioni professionali è la_ facoltà universitaria, la quale è, probabilmente, la strutttura organizzativa che meglio risolve il contrasto tra le esigenze della condizione liberale e quelle della condizione burocratica. Nella facoltà l'auto·nomia dei dt>centi riceve solo quel minimo di limitazioni imposte dalle necessità del coordinamento. Scompaiono alcune prerogative, quale la possibilità di accettare o rifiutare il cliente-studente o quello di stabilire la misura del compenso; ma il modello liberale rimane sostanzialmente inalterato. S-e si dovesse· creare, in un domani più o meno lontano, ·un servizio nazionale di assistenza legale, ed esso dovesse con1portare la creazione di strutture organizzative complesse, queste dovranno essere appunto modellate sul tipo di quelle organizzazioni erogatrici di prestazioni professionali già• collaudate da una lunga esperienza. L'esigenza moderna di una sempre maggiore aggregazione e specializ- ·zazione dei ruoli professionali vale per l'avvocatura come per le altre professioni liberali. L'importante è riconoscerla e pilotarla consapevolmente. Non si dimentichf che la libera professione sta alle organizzazioni ·professionali co,me l'artigiano polivalente alla impresa industriale, il prestatore di danaro all'istituto di credito, il bottegaio al .grande magazzino. La difesa cieca dello studio domestico è solo una nuova forma di poujadjsmo, parallela alla difesa cieca della polverizzazione bottegaia. 67 Bibliotecaginobianco

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