. . GIORNALE A PIU' VOCI Il '' fronte laico,, « Le divisioni all'interno dei partiti laici della sinistra democratica no,n cadono-, come ·sem1::>rasuppo,rre Compagna, sulle divergenze di valutazione di qùesto o quel provvedimento di governo; no,n ~adono, in altri termini, su un terreno squi~itamente politico,, sul_quale le convergenze possono essere sempre possibili: le divisioni cadono sul terreno ideologico dell'atteggiamento da assumere nei confronti del PCI». Coisì, nel numero del 30 settembre, una nota redazionale esprimeva le riserve dell'« Umanità», il periodico diretto òa Michele Pellicani, nei confronti dell'articolo di « Nord e Sud » che in settembre esortava i partiti laici della sinistra democratica ad esaltare le « affinità che uniscono·» invece di sottolineare, co~e troppo spesso è accaduto, le « asperità ·che dividon~ ». E il giornale di Pellicani, per dimostrare fino a che punto la esortazione all'unità d'azione fra i par~iti laici dell~ sinistra democrat~ca si fonda su un « equivoco ideologico», che « approfondirebbe i contrasti invece che smussarli», denuncia il « fenomeno del lombardismo » come una « riedizione intellettualizzata del massimalismo », permeata da suggestioni addirittura « leniniste » e· comunque __soggia_cente a un complesso di inferiorità nei confronti del comunismo nazionale ed internazionale. In altri termini, a giudizio di Pellicani e dei suoi a1nici, non si può pensare a un fro-nte laico e democratico del quale il « fenomeno del lom·bardismo » costituisca una « componente essenziale ». Il « fenomeno del lombardismo », infatti, « non appartiene, da un punto· di vista ideologico, alla democrazia», sempre a giudizio di Pellicani e dei suoi amici; onde noi commetteremmo un errore~ o nutriremmo un'illusione, nel momento in cui auspichiamo « un fronte laico delle sinistre· democratiche», senza porci pregiudizialmente il problema di un'epurazione delle sinistre democratiche: il problema di epurare le sinistre democratiche da « fenomeni quali quello del · lombardismo che non è limitato al solo partito socialista». Ora, a pro.posito di Lomb·ardi e dei suoi amici, nell'articolo del mese di settembre· noi avevamo scritto che· essi devono « definire ùna loro posizion·e in ordine· ai problemi dell'unificazione socialista»; e che, « se questa· posizione fosse quella pregiudizialmente negativa, epidermicamente antisocialdemocratica, o quella dei se e dei ma difficilmente decifrabili, che sono l'una e l'altra tradizionali di un certo stile 'lombar.dianò ', allora no·n si ·potrà dare addosso a Saragat ·e a Nenni ove cercasse~o di fare a meno dei ' lombardiani' ». E subito avevamo aggiunto che, per quanto ci riguarda,· auspichiamo che i « lomb~rdiani » ~appiano « chiaramente qualificarsi come .portatori di precise esigenze programmatiche di sinistra»; e che, tuttavia, auspichiamo 45 Bi.bliotecaginobianco
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