Note· della Redazione suprac(?munalità che dovrebbe ripetere la funzione che è della supranazionalità al livello europeo. Si può facilmente rilevare come sia questa una fictio da non prendersi in considerazione. La supranazionalità .fu concepita come fase transitoria del processo evolutivo destinato a trasformare un complesso di stati indipendenti e sovrani in una sola unità politica, mentre nulla di simile è giustificabile per le m1,tnicipalità che da lungo tempo ormai hanno perduto, quand'anche li .hanno avuti, i caratteri dell'indipendenza e· della sovranità. La verità è che, se l'Europa u11ita non dovrà essere uno stato accentrato di tipo napoleonico, come finì, più o meno, per essere l'Italia post-risorgimentale, sarà necessario riconoscere ad ogni collettività locale il diritto di liberamente scegliere la propria vocazione e di perseguirla, ma sarà altresì necessario metterla in condizione di concretamente tradur.re in atto l-a propria scelta. I Comuni, piccoli e poveri, non potranno mai assolvere a questa essenziale funzione, quand'anche veni_sse loro. riconosciuta una molto più ampia autonomia finanziaria, e fiscale; soltanto le grosse collettività autonome costituite dalle regioni potranno attitare un impiego programn1ato delle proprie risorse fisiche, umane e finanziarie çapace di concretamente realizzare la « vocazione » economica locale. E si aggiunga che un rafforzamento delle piccole e tradizionali autonomie locali di tipo comunale sortirebbe probabilmente conie effetto un rafforzamento delle élites tradizio-nalmente incrostate al potere locale e che si esprimono nella figura del deputé-maire, magari ereditaria ( in, Francia e nel notabilato meridionale in. Italia). Si tratta per lo più -di forze politiche, per interesse e per abito mentale, decisamente conservatrici anche quando si pre$entano sotto etichetta radicale, in Francia, o basista, in Italia, e. spesso avverse ad ogni trasformazione o sviluppo delle strutture economiche locali, che potrebbero alterare la realtà sociologica su cui riposa il loro potere. Soltanto l'autonomia regionale, quadro assolutamente nuovo di azione politica ed economica, può offrire un favorevole terreno alle. forze ch(!, invece premono per una forte scossa alle strutture sociali e politiche dell'Europa, capace di rimettere in movimento il n1eccanismo del progresso economico e civile. Solo l'auto11omia regionale può distruggere l'anibiente, ad esse così çongeniale, in cui han110 fino ad oggi dominato le élites conservatrici incrostate al potere, così come soltanto l'unificazione europea. può portare lo scontro fra il partito del niovimento e quello della conservazione su un terreno nel quate quest'ulti1no si trovi sperduto e incapace di far valere la terribile forza frenante che sa ancora espriJnere negli ambiti nazionali. 44 . Bibliotecaginobianco
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