Nord e Sud - anno XI - n. 59 - novembre 1964

Note della Redazione dimostrazioni di giubilo per la vittoria laburista i11 Gran Bretagna, dubitiamo che i comunisti possano inchinarsi davanti ai << social-traditori »); significherebbe, ancora, distruggere la residua «fede» (nel senso religioso della ·parola) che finora ha· permesso al PCI di calam.itare milioni di lavoratori intorno ai propri vessilli. Perciò riteniarno che i co1nunisti continueranno nel tentativo di « mantenersi a cavallo di due esperienze storiche, così profondamente diverse e contrastanti, come quelle del comunismo in Oriente e della democrazia in Occidente »; tentativo che, esserido destinato a fallire, costituisce, oggi, il loro più autentico dramma . . Micro-autonomismo e regionalismo La riunione dei settimi Stati Generali dei Comuni e dei Poteri locali d'Europa è venuta opportunamente in un momento in cui da più parti, e con intonazio·ni ed inte11ti diversi, si parla di un « rilancio >> dell'Europa poli~ tica, di una ripresa del cammino, ormai interrotto da anni, verso una più significativa integrazione del continente. E a questo rilancio, non poco hanno contribuito l'intensa attività diplomatica che si è svolta a latere del con- - gresso e gli inco-ntri del Ministro degli Esteri italiano con le 1nolte personalità governative convenute in Ro·ma per l'occasione. Ed è capitata opportuna1nente, questa manifestazione, proprio perché ha sottolineato con vigore~ di fronte alle diverse interpretazioni dell'Euro·pa politica, come per gli europeisti di tutti i paesi del continente - congrua1nente rappresentati al Pa~ lazzo dello Sport - l'ideale europeo non possa essere disgiunto da quello democratico ed autonomistico. · La presenza, alla testa della delegazione francese, del Sindaco di Marsiglia, e candidato alla Presidenza della Repub- - blica Francese, Gaston Defferre, cui è stato significativamente affidato il compito di illustrare la mozione politica conclusiva,. ha voluto chiaramente indicare il rifiuto,. da parte di tutto l'europeismo democratico militante, della concezione gollista dell'Europa e dello Stato, dell'autoritarismo plebiscitario non meno che dell'Europa delle patrie. È certo stato estremq,mente . utile riaffermare, nella presente congiuntura internazionale, l'indissolubilità del tema autonomistico da quello europeistico. Ma gli Stati Generali di Roma, hanno anche indicato l'ampio margine che .è ancora lasciato alla rifiessione politica ed ideolo·gica sulla precisa definizione delle autonomie locali all'interno dell'Europa· unificata. Non ci si può, infatti, nascondere che, a_ parte qualche eccezione, rara, ma degna di interesse, la maggior parte dei delegati si è ancora dimostrata attaccata ad una concezione micro-autonomistica, che attribuisce ai comuni un ruolo cui ' èssi si dimostrano progressivamente. più disadatti. Anche nei rari e,d eccezionali casi cui abbiamo accennato, i delegati si sono sforzati di superare l'ostacolo evidente costituito dail'estremo frazionamento comunale ai compiti di pianificazione e di stimolo dello sviluppo economico, proponendo una 43 Bibliotecaginobianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==