Claudio Risé vano a detenere le posizioni di potere. ·È bene essere chiari su questo punto e ricordarsi che so·no molte le epoche storiche caratterizzate da categorie dirigenti perfettament.e djverse, e ~agari ~n lotta fra di loro, anziché da una classe dirigente concorde e puntualmente prodotta da un ben lubrificato meccanismo di distribuzio-ne del potere: quel cimitero che è la storia non ospita solo aristocrazie morte di vecchiaia, ma anche aristocrazie morte magari nel fiore degli anni per mano· di contendenti pugnaci. Nulla, però, ci dice che questo sia il caso delle attuali società industriali: i11 ogni caso-, non si ved~ perché si debba rifiutare una verifica. Esaminiamo, quindi, le categorie dirigenti sotto il pro-filo- della classe. Per accertare se esse concorrono a formare una classe dirigente, occorrerà, co-me si è detto, accertare un elevato grado· di similarità tra le caratteristiche di gruppo delle categorie componenti, e un sufficiente grado• di differenziazione dalle altre classi sociali. E per portare avanti questa verifica occorrerà accertare se il personale delle categorie dirigenti vanta i requisiti sia economici (si tralascerà qui di ritornar~ sulle sue relazio·ni coi mezzi di produzione) che psicolo·gici richiesti perch~ possa essere considerato perso-nale di un gruppo o di una classe sociale a sé stante, omogeneo· nel suo interno e differenziato rispetto a quello degli altri gruppi. Occorreranno, quindi, dati sul reddito, sul patrimonio, sui co·nsumi, sull'entità del risparmio, sul trattamento fiscale, no11ché dati relativi agli effetti pro,vocati sulle fortune del gruppo dalle evoluzioni del valore della mo·nèta. Esa1ninando poi co·mparativamente questi dati, insieme con quelli che si riferiscono, agli altri gruppi sociali, si chiariranno- l'entità e i termini della separazio•ne delle categorie dirigenti dagli altri gruppi 33 • Gli stessi dati riferiti ad epoche differenti ci daranno utili indicazioni sulla trasformazione dei gruppi dirigenti come classe. A questo sço·po, rilevazioni co·me quelle compiute dal Kolko sull'America (da esaminarsi certamente con attenzione e spirito critico, perché non prive, soprattutto nel commento ai dati riferiti, di un loro orientamento 33 A questo proposito sarà utile servirsi di una parte dei dati forniti dalla letteratura socio-economica, soprattutto anglosassone e di ispirazione fabiana, sull'ineguaglianza. Della massima importanza, per esempio, notazioni come queste del Titmuss, che, ~ifacendosi a un9 studio, del Brittain (J. A.) apparso sulla « American Economie Review », 11.2.1960, ricorda che in Inghilterra « il periodo 49-55 mostra un aumento dell'ineguaglianza del 49/o » e che « il declino complessivo dell'ineguaglianza nel periodo 1938/55 risulta p,iù che dhnezzato rispetto alle statistiche ufficiali» che, pertanto, avrebhero mascherato un netto rovescian1.ento di tendenza verificatosi dopo il 1949 (R. M. TITMUSS: L'eguaglianza oggi, « Quaderni di sociologia», genn.-marzo 1964, p. 3). / 36 \ . ·Bibliotecaginobianco
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