Nord e Sud - anno XI - n. 59 - novembre 1964

Claudio Risé di certi organi di partito· come mezzi di informazione, e quindi legati ad alcune contrapartite, e così via. Oltre al problema del peso rispettivo di ques~i tre tipi di centri di potere politico, c'è poi l'altra grossa questione dell'attribuzione del potere all'interno di essi. In altri termini: chi, dei parlamentari, per esempio, deve essere ritenuto parte della classe politica dirigente, e chi no. Una volta suddiviso l'insieme del personale politico e della classe politica, in classe politica di governo e classe -politica di opposizione (fanno parte della classe politica di governo quei parlamentari, dirigenti di partito o di gruppi di pressione, che sostengono apertamente la formula politica 31 di governo), bisognerà, prima di arrivare a una valutazione circa l'attribuzione delle rispettive quote di potere politico, esaminare la permanenza alle leve del potere politi~o della classe politica d'opposizione. L'attenzione per la permanenza al potere permette di isolare la reale incidenza sulle strutture di potere politico di episodi repentini e provvisori (come governi di emergenza o putschs militari), nonché di qualificare, con il necessario apparato di spiegazioni strutturali, fenomeni come l'avvicendamento nelle posizioni di potére delle forze politiche antagonistiche nei regimi tradizionalmente bipartitici, o come il saldo monopolio del potere politico di un partito per molti lustri consecutivi. La rilevanza numerica della classe d'opposizione ci permette, invece, di stabilire con ragionevole approssimazione i limiti dell'assenza del potere nella classe politica d'opposizione~ Appare chiaro, infatti, che, quando un partito d'opposizione finisce col rappresentare una fetta sostanziale dell'opinione pubblica di un paese, anche se la sua esclusio,ne dalla formula politica si presenta come permanente (almeno nel quadro del regime politico dato), esso finisce, per il fatto stesso della sua estensione, sia con l'occupare certe posizioni di potere politico magari periferiche (regionali), o settoriali, sia con l'esercitare una sorta di controllo (trasformandosi in un gigantesco gruppo di pressione d'opposizione) che, pur non inserendolo diretta1nente nel processo di formazjone delle decisioni politiche, gli conferisce, però, probabilmente, un diritto di veto su certi shifts politici fondamentali. Vedremo, occupandoci dell'Italia, in un prossimo artico-lo, come in questo senso la classe dirigente comunista costituisca un caso esemplare di grande interesse. 31 ·variando la formula di Mosca ripresa da Dorso, che ci sembra un po' troppo vaga, potremmo· definire la formula politica come l'insieme di dottrine, credenze e di modi di gestione della cosa pubblica cui la classe di governo ispira, e con cui giustifica, il proprio potere. ,,, 34 \ Bibliotecaginobianco •

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