quello.:di classe politica dirigente; ,sia ·di cercarne· una definizione -mediante l' approach più largo· possibile fra quelli ·consentiti dalla scienza politica attuale, sta proprio :nella speranza di ~are .un nome, o almeno una famiglia, alle varie• d·ecisioni polìtiche, analizzandone la formazione fin -dall'inizio 26•. ·. E· va fatto subito un secondo chiarimento: un lavoro ,di questo tipo ;dovrà naturalmente occuparsi •di buona parte ·degli stessi gruppi dirigenti di cui ci si è già occupati parlando del potere eco~otnico. Abbiamo già detto con1e una delle conseguenze della bipolarizzazione del potere nelle società i11dustrializzate sia proprio. lo sviluppo delle comunicazioni e dei reciproci interventi tra i suoi due poli principali: il potere ·politico e quello economico. Nel cercare di attribuire l'effettìva titolarità del primo, quindi; si dovranno· pren.dere in esame tutti gli interventi esercitati- su di esso dal secondò, per salvaguardare· o migliorare le :prdprie posizioni. · I centri di potere politico di cui occorre esaminare il personale dirigente, per giungere a precisare quale sia la classe dirigente politica, sono essenzialmente di tre specie: 1) le istituzioni p·olitiche statuali; 2) i partiti politici; 3) i gruppi di p-ressione . . Ai fini di una valutazione .del potere rispettivo q..ei gruppi dirigenti di questi tre differenti tipi •di centri di potere po.litico, va tenuto presente .ehe il rafforzamen~o di. u1:10di essi fini,sce..con_ l'alterare le posizioni .degli altri 27 • Così nell~. Quinta Re_pubblica si è assistito al rafforzamento. di un già robusto appar~to statuale, a un _singol~re indebolimento . . delle organizzazioni politiche e probabilmente a un certo rafforzamento dei ~ruppi_ di pressione, mentre in Italia le posizioni di potere dei partiti e dei gruppi di préssione so-no bilanciate da una situazione di palese insufficienza e inadeguatezza delle strutture propriamente politiche e politico-amministrative dello Stato- 28 • Per completare, inoltre, la valutazione del potere rispettivamente 26 Per dare conto di questi due differenti livelli di potere politico, il Prof. Lapierre proponeva, al seminario su Le élites· politiche (op. cit., p. 126), di distinguere tra pouvoir politique_ vero e proprio e puissance sociale che sarebbe appunto « la -capacità di pressione che alcuni gruppi sociali possono esercitare su coloro che debbono prendere queste decisioni»: distinzione che sul piano operativo è assai vicina a quella weberiana tra autorità e potere. Si veda, infine, la proposta avanzata dal Pizzorno, nella sua prefazione al Dahrendorf,- di -distinguere fra «autorità», potere diretto (che coincide con la prima se i comandi 'in cui ·si concreta il suo esercizio ·sono specifici e -legittimi) e potere condizionante. · - 27 I --risultati delle teorie e delle ricerche sui gru·ppi di pressione spingono all'interpretazione del concetto· •di potere come di un concetto· « a somma zéro »: così l'aveva "inteso il Mills. · · ·· ' 28 J. · MEYNAuo· e C.· RISÉ, Gruppi di pressione in Italia ,,.è in Francia, ESI, Napoli 1963. 32 \ · Bibliotecaginobianco
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