Nord e Sud - anno XI - n. 59 - novembre 1964

Claudio Riséazioni ordinarie e che il .46% delle azioni privilegiate era .di proprietà dell'l,1 % dei detentori di tutte le azioni privilegiate. Secondo un calcolo svolto da J. Keith Butters ~ 8 , e riportato dal Kolko (p. 79), <~ nel 1949 le unità di spesa in possesso di centomila dollari_ o più di azioni vendibili - che for1navan-o circa un quinto dell'un~o per cento del totale nazionale delle unità di spesa. e il due per cento._ dei _detentori di azioni - erano. in possesso- di una percentuale che andava dal 6.5 al 71 per cento di tutte le azioni vendibili -detenute da individui >~. A questi ragguagli sulla concentrazione del possesso del capitale azionario, va poi aggiu11to che dai dati riportati n1ancava quel 33% di azioni che nel 1951 (data d~llo studio della Brookings) era in possesso di f ond-azioni e fiduciari bancari e finanziari. Poiché è nota la pratica, adottata in tutto il _mondo (con qualche variabile a seconda delle legislazioni fiscali), di attribuire per n1otivi fiscali a organizzazioni finanziarie di vario tipo il possesso dei titoli azionari che eccedono una quantità di essi già rilevante 19 , è bene tener presente che co11 ogni probabilità un'attribuzione agli effettivi proprietari di buo-na parte di questo 33% aumenterebbe ancora il livello di concentrazione della-_ proprietà _dei titoli azionari. Per quanto riguarda la composizione sociale del-la platea dei possessori di titoli, il Mills, utilizzando dati del 1952, notava che « possiedono azioni il 45% dei· grandi dirigenti, il 26CJ;6dei professionisti e il 19% dei funzionari con ma11sio11iispettive;_ ma solo lo 0,2% degli operai non specializzati, 1'1,4% degli operai semi specializzati e il 4,4% dei -capi operai e degli -operai specializzati ». ·Inoltre, « qualcosa come _il 98~6% dei lavoratorj impiegati nell'industr~a manifatturiera· non possiede alcuna azione·». È poi sempre il Mills a rilevare (riferendosi, è vero, a dati del- 1949):· che coloro i quali disponevano di un reddito dai centomila dollari in su ricavavano i 2/3 (il 67%) dei loro guadagni dalle proprietà, reddito. dei capitali, beni fondiari e altri titoli, mentre il terzo rimanente proveniva da mansioni direttive e imprenditoriali. Questa concentrazione della parte _più rilevante- dei titoli azionari 18 Effects of Taxation, l_nvestiment by lndividuals, Boston 1953. 19 Il tasso di aumento e il funzionamento delle fondazioni è un punto da chiarire per lo studio e la valutazione dell'effettivo potere econon1ico delle classi dirigenti di quasi tutti i paesi industrializzati. Per gli Stati Uniti, spiega WRIGHT MILLS · in Power· Elite, « venticinque anni or sono non si contavano più di ·250· fondazioni, mentre oggi se ne contano più di cinquemila... Una fondazione. amministra le ricchezze trasferitele mediante doni o lasciti ·esenti da imposte. In realtà, le fondazioni. sono diventate spesso un modo conveniente per eludere il fisç_oe fungono da banche• private per i loro donatori » (p. 169). 28 Bibliotecaginobianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==