Nord e Sud - anno XI - n. 59 - novembre 1964

Claudio Risé nelle strutture e nell'orgaJ?.izzazione dei centri di potere siano stati tali da impedire che ormai-- ·se: ne· definiscano i detentori come appartenenti a una classe scientificamente identificabile, -oppure no. È opportuno riconoscere, a nostro avviso, che né la scienza politica né la sociologia politica sono riuscite a incanalare nelle pro·prie sezioni, e a chiarire coi propri strumenti, questo dibattito ormai singolarment{;! allargatosi: così, mentre la discussione sulle trasformazioni subite dai centri -del potere politico· tende a- disertare ·(forse anche -_perla scabrosità -degli argomenti· implicati) le· università. e le riviste scientificamente più- autorevoli per filtrare. nel giorn·alismo e negli uffici dei .partiti (e magari stagnarvi),· l'a·n·alisi delle modificazioni verificatesi nei- centri di potere economico e nel loro personale ·dirigente tende a passare nella letteratura più propriamen.te economica, governata dalle opzioni iniziali delle differenti teorie. economiche e in definitiva incapace di .avvalersi (malgrado l'innegabile tendenza a un'integrazione delle scienze sociali) di· quell'approach globale che tiene conto ··delle varie implicazioni dei fenomeni studiati e_ ·che avrebbe forse potuto essere garantito dalla scie11za politica. 1) LA BIPOLARIZZAZIONE DEL POTERE NELLA SOCIETÀ INDUSTRIALE . . Prima 'di esaminare le trasformazioni subite dal p~tere econom~co, e cercare di trarne ·una valutazione ai fini della possibilità o ·meno di d·efinizione della classe dirigente, cominciamo con lo sbarazzarci di una ' - questione che è spesso _agitata dagli scienziati sociali di quella corrente conservatrice che, come abbiamo· detto n'el precedente articolo, sostiene un'interpretazione panglossiana della società. La questione, cioè, se sia possibil~, nella moderna società industrializzata, di parlare di un « potere e·éonomico », come se i centri di decisione economica, cioè le imprese, possedessero un potere decisionale autonomo dai centri di . . potere pubblici e d_àl co-ntrol~o- della società intera 3 • Ora,_ a nostro 3 Questa tesi ~ sostenuta da due correnti sociologico-economiche che ne danno una differente spiegazione. La prima è quella di tipo psicologico, rappresentata tra gli altri da A. BERLEjr. (The 20th Century Capitalist Revolution, New York 1956), da D. E. LILIENTHAL (Big Business: A New Era, New York 1953) e dallo stesso D. RIESMAN (The Lonely Crowd, New York 1953). Secondo questi studiosi dell'autolimitazione della corporation, per così dire, il potere della corporation è gestito per conto della comunità. Altri, invece, esaminano i rapporti dj potere e ne deducono che il potere della corporation~ « per quanto' assai forte, ·è ·esercitato contro altri che sono abbastanza potenti da resistervi » ( è appunto la teoria esposta da J. K. GALBRAITII in America1:7-Ca[Titalism: The _con~ept -of Courttervailing-- Power, Bòston 1952, confutata /A tra l'altro nel recente: The Mzth makers, an essay on Powe.r and wealth, di B. D. U\ - NossITER,Boston 1964). -• . Bibliotecaginobianco

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