" Lettere al Direttore gianienti del governo Moro,_del primo e del secondo », ha polemizzato contro la · concezione « difensiva » del centro-sinistra, ha approfondito il tema della funzione dell'Italia in Europa e verso i Paesi· sottosviluppati, ha dato u1z apprezzamento negativo della· scissione del P.S.I., poiché « tutto il socialismo italiano è utile e valido per la politica di centro-sinistra»: affermaziorie, questa, che è stata utilizzata da centristi e mo·derati in modo deforma'to, come se Donat-C·attin volesse estendere la maggioranza parlamentare fino al P.S.I.U.P. È palese · la malafede sottesa a tale interpretazione. Si è detto e si è scritto che la presentazione di Donat-Cattin è stata troppo polemica nel contenuto e soprattutto nel tono. Si potrebbe .anche consentire, se di essa si desse un giudizio a sé. Ma, collocata nel quadro di un Congresso apatico, essa ha avuto il merito di destare un dibattito che, sia pure polemico,, è pur sempre stato meglio di uria serie di enunciazioni compiaciute e formali. Pastore ha fatto invece un largo discorso di impostazione, ed in lui la sinistra ha finalmente riconosciuto il suo leader naturale. Accennerò soltanto alla denuncia dell'azione antigovernativa di gruppi economici e finanziari; alla constatazione che la maggioranza di centro._sinistra in sede parlamentare è soltanto la premessa per calare tale 1naggioranza nel paese ed effettuare un rinnovamento nei rapporti strutturali e civili; alla strategia di attacco che deve ·essere pro·pria del centro-sinistra; alla mobilitazione intorno a tale politica dei lavoratori, dei tecnici. e degli uomini di cultura; alla funzione, nel partito, della sinistra, la quale ormai ha sitperato il compito della contestazione e della denuncia, per rivendicare una linea di corresponsabilità nella guida del partito e del Paese. Anche Misasi, Gagliardi, Galloni, e soprattutto Granelli, hanno, nei loro. interventi, offerto vari spunti suggestivi. La èollaborazione con la maggioranza non è stata a priori rifiutata, ma si sono poste delle condizioni ben precise, sulle quali non si ·può transigere: queste - ha detto Granelli - consistono nella volontà di portare avanti una pianificazione veramente democratica, che non si esaurisca in una programmazio·ne puramente coordinatrice,· indicativa ed efficientistica; e di impegnarsi a fondo perché le Regioni non costituiscano una superfetazione burocratica, aggravando il peso del centralismo, ma siano invece organo di decentramento e di crescita democratica. Il Co·ngresso è stato quindi dominato dallo scontro tra la sinistra ·e i moderati. Ed è vero, come dice Nonno, che_il risultato ottenuto dalla sinistra è stato il massimo possibile, dal mo,nento che l'attuale governo Moro rappresenta quanto di « meno peggio·» l'attuale situazione politica consen~e. Il successo della sinistra è valso in tal senso a ricreare nella D.C. un equilibrio nuovo, sostanziatmente centrista. Ed è proprio per questo che il risultato, positivo, non pitò però essere che relativo e provvisorio: il superamento- delle ideologie ottocentesche e la conseguente evoluzione dei partiti, l'equivoco dell'interclassismo, la decantazione di alcuni miti - l'« unità politica dei cattolici» e la « dottrina sociale cristiana» -, il rifiuto di un antico-munismo / astratto, manierato e conformista, questi - e altri - sono i temi sui quali si verificherà nel futuro la funzione e la validità della sinistra democristiana. 126 Bibliotecaginobianco.
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