Nord e Sud - anno VI - n. 54 - maggio 1959

medie dei medesimi che - certo per l'inclusione delle maggiori città del Mezzogiorno - sono di quasi sei volte superiori alla media relativa all'intero Mezzogiorno) e si registra, in base ai dati del censimento, una composizione professionale della popolazione attiva di tipo più << avanzato» (la popolazione extra-agricola è pari a poco più del 75 % della pop.olazione attiva ivi residente, di fronte ad una percentuale del 37 % nelle a.s.i. e del 32 % nelle a.s.). Esse si presentano, inoltre, come zone di tendenziale concentrazione della popolazione in lungo periodo: tra il 1861 ed il 1951 hanno registrato un incremento pari ad 1,6 volte circa e praticamente il 39 % dell'accrescimento demografico relativo a detto periodo si è insediato in queste zone (che nel 1861 contavano soltanto il 23 % della popolazione del Mezzogiorno). Infine è proprio in queste aree che si è venuta a concentrare la maggior parte delle iniziative finanziate dagli istituti speciali di credito in questi ultimi anni: di 951 imprese finanziate, per un investime11to globale di oltre 216 milioni di lire e con un'occupazione di circa 60.000 addetti, le a.s.u. hanno assorbito, rispettivamente, il SO%, il 74% ed il 6S %- L'indagine demografica sugli sp.ostamenti interni della popolazione meridionale permette - almeno per quanto riguarda l'Italia meridionale in senso proprio - di individuare più dettagliatamente il livello e l'ubicazione delle zone di << potenziale >> attrazione di dette migrazioni interne nell'ambito dello stesso Meridione: ed in linea di massima si riscontra una concordanza abbastanza elevata con la designazione dei tre tipi di « aree » su menzionati, salvo alcune discrepanze che hanno il merito di qualificare ulteriormente le << possibilità di reinsediamenti» interni. Indubbiamente non si tratta di dar credito passivamente, per così dire, alle indicazioni che possono trarsi dai movimenti - o dall'assenza di movimenti - spontanei della popolazione. E' perfettamente naturale, ad esempio, che quasi . tutti i capiluogo di provincia presentino un certo grado di << attrazione >>: tuttavia, come abbiamo già rilevato nella prima parte dell'inchiesta, si tratta spesso di un'attrazione precaria ed instabile. La natura di centri amministrativi consente spesso un temporaneo inserimento nella vita cittadina di popolazioni dei minori comuni circostanti, per lo più tipicamente agricoli, fornendo ad essi la possibilità di esercitare quelle disparate attività marginali, saltuarie, che paradossalmente possono classificarsi tra le attività terziarie. Ma i capiluogo del Sud sono, nella grande maggioranza . [90] Bibliotecaginobianco

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