ciclo complementare rispetto alle attività stagionali delle popolazioni rurali. Su queste, indubbiamente, si potrebbe puntare in un ragionevole tentativo di integrazione delle attività agricole, e di inserimento di elementi dinamici in ambienti rurali, senza tuttavia perdersi nel deteriore sentimentalismo dell' « industria in campagna>>. Un fattore ancora più decisivo, in favore della concentrazione regionale delle zone di insediamento industriale, sta nel fatto che in concrèto è possibile individuare - nelle diverse regioni meridionali - zone che manifestano una maggiore «potenzialità>> di sviluppo: ed è chiaro che, a parità di mezzi, di organizzazione, di strumenti, uno sforzo diretto a potenziare e a concretare fermenti di svilupp.o già in atto avrà sempre ben maggiori probabilità di successo - e di un più rapido successo - che non uno sforzo diretto a creare ex-novo possibilità di sviluppo. E' ben nota l'individuazione di << aree economicamente omogenee» .operata dalla SVIMEZ nell'ambito del Mezzogiorno, in ragione delle rispettive potenzialità di sviluppo (1 ). In ordine decrescente di possibilità di industrializzazione si possono elencare questi tre tipi di aree come segue: << aree di sviluppo ulteriore» (a.s.u.), in cui non si presentano risorse naturali suscettibili di valorizzazio11ema si ha una concentrazione di capitali tecnici e sociali nelle diverse branche dell'attività produttiva nonchè una concentrazione di insediamenti umani; « aree di sviluppo integrale» (a.s.i.), caratterizzate dalla presenza di risorse naturali valorizzabili e da una densità di popolazione minore delle precedenti; << aree di sistemazione» (a.s.), caratterizzate dall'assenza di risorse naturali o di capitali tecnici e sociali e, contemporaneamente, da una popolazione magari poco densa, ma comunque eccedente rispetto alle possibilità di sopravvivenza offerte da questi territori. Innanzitutto, nelle a.s.u., che pur •coprono appena il 5% della superficie del Mezzogiorno, si concentra una forte porzione della popolazione meridionale (29 %), si presenta un maggiore livello di urbanizzazione (inteso sia come numero dei centri urbani, pari all'8 %, sia come dimensioni ( 1 ) Cfr ., in proposito: Sv1MEZ, Le ' Problem Areas ' in Italia - testo presentato dalla Sv1MEZal << Seminario Europeo sulla Ricerca Sociale e sul ' Community Development ' nelle ' Problem Areas ' in Europa » tenuto a Palermo, a cura delle Nazioni Unite, 8-18 giugno 1958. . [89] Bibliotecaginobianco
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