Nord e Sud - anno VI - n. 54 - maggio 1959

insufficiente d'istruzione dei suoi cittadini. D'altra parte, lo sforzo finanziario che l'Italia dovrebbe compiere per neutralizzare lo svantaggio sembra quasi esorbitare dalle sue possibilità economiche. Il ' piano decennale ' contempla una spesa straordinaria di quasi 1.400 miliardi in dieci anni. Ma tale cifra rappresenta poco più di quanto sarebbe necessario per rendere effettivo di qui a un decennio l'attuale obbligo scolastico, che si estende, com'è noto, fino al compimento del quattordicesimo anno d'età. A quante migliaia di miliardi ,dovrebbe allora ammontare lo sforzo finanziario sufficiente a elevare il livello italiano d'istruzione al grado raggiunto, per esempio, dalla Repubblica Fe- .derale Tedesca, dove la totalità dei ragazzi frequenta qualche tipo di scuola :fino ai 16 anni compiuti, ed il 72 per cento fino ai diciassette? ». Problema dunque assolutame11te insolubile? Sul piano nazionale, forse si, ·ma non su quello europeo. La situazione dell'istruzio11e italiana interessa non .soltanto il nostro paese, interessa, e interesserà ognora di più, gli altri paesi .europei. Si è più su fatta una comparazione con la Germania; ebbene eccone un'altra con lo stesso paese: « Mancano, si afferma, 40 mila ingegneri e il -deficit salirà fra 10-12 anni a 70 mila. Mancano almeno settemila insegnanti, :-anche il numero dei docenti universitari è, a detta dello stesso governo, ' asso- .lutamente insufficiente' ». Facciamo a meno di riportare i corrispondenti dati italiani. Orbene, questa comparazione europea, che, a prima vista, ha il potere di trasformare in disastrosa ed insolubile la gravissima situazione della scuola italiana, forse ha in sè la capacità di risolverla. Se gli altri paesi europei non ~ogliono che la pressione demografica italiana si manifesti nei loro paesi con l'arrivo di manovalanza generica, cioè scarsamente produttiva, ma si tra.- :sformi in quei tecnici di cui essi hanno sempre più bisogno, debbono contribuire affinchè l'Italia possa compiere questa trasformazione. « Sarebbero ne- .cessari organi sopranazionali simili a quelli già creati per determinati settori economici, cioè qualcosa come una ' Comunità della scuola europea ' o un pool per il progresso educativo. Sono sogni irrealizzabili e perciò oziosi? » Con ·visalberghi, noi non lo pensiamo; comunque, sono le unicl1e prospettive che _permettono di scorgere una soluzione per la grave crisi della scuola italiana. E Telescuola? Sarebbe molto facile, a questo punto, sorridere dei « numerosi _posti di ascolto, delle squadre di «correttori», perfino dei suoi quattrocentomila alunni e dei perfetti incastri in legno che essi -impareranno, ma non .sarebbe giusto. Non è per il cattivo gusto di irridere ad una iniziativa - che .con tutti i suoi limiti non possiamo non considerare positiva e meritoria -, .che abbiamo tracciato queste note, ma semplicemente per richiamare, contro .c. e1.ti possibili entusiasmi, la spietata realtà della situazione scolastica italiana, che non ammette isolate « buone iniziative », ma radicali e totali .soluzioni. ANTONIO PALERMO [77] Bibliotec~ginobianco

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