allontanandosi anche, però, dalla prospettiva della politica di centro-sinistra, che mai sembrò aperta e chiara come ai giorni di Pralognan. È necessario infine che la sinistra democratica, repubblicani e radicali, 11ella piena coscienza della propria «sovranità», senza complessi di « fiancheggiamento » nei co11fronti della DC, ma anche senza analoghi complessi nei confronti del PSI, ponga chiaramente a democristiani e socialisti questo problema di responsabilità democratica: come uscire dalla situazione attuale; come impedire che l'apertura a destra, con danno gravissimo del Paese, si consolidi; come riaprire quella prospettiva di una politica di sviluppo eco11omico che si er,a appena intravista con De Gasperi, Vanoni e Fanfani, ma che sembra oggi allontanarsi ogni giorno di più. n. d. r. Equivoci gramsciani Sul significato politico del Convegno gramsciano di cui testè sono usciti gli Atti (Studi gramsciani, Atti del Convegno tenuto a Roma nei giorni 11-12 gennaio 1958 Editori Riuniti, 1958) e sulle adesioni che ne resero ben defi11ita la fisionomia ideologica si svolse a suo tempo una polemica tra Il Mondo e i quotidiani comunisti, polemica che molti ricordano e che valse a mettere in luce l'ingenuità o la pervicacia di taluni aderenti non militanti da un lato e la malafede a prova di bomba (o di carro armato) dell'apparato culturale comunista dall'altro. Non è quindi il caso di fare qui di quella polemica più che una semplice menzione, mentre è opportuno rilevare come dall'insieme dei contributi ora raccolti in volume l'impressione dello scopo puramente propagandistico e scarsamente sollecito dei veri valori culturali che il Convegno si proponeva, esca notevolmente_ confermata e rafforzata. Se si eccettuano due o tre relazioni e interventi che hanno fornito a taluni studiosi l'occasione di dire qualche cosa di interessante (occasione che non era necessariamente tenuta a fornire il Convegno romano), la grande maggioranza dei lavori ora riuniti in volume non rappresenta nulla di decisivo nè nel campo degli studi gramsciani nè in quello generale degli studi storico-filosofici, nè, infine, dal punto di vista del progresso ideologico del marxismo italiano. Peraltro c'è da aggiungere che anche da un Convegno tenuto, per ipotesi, su basi diverse e con garanzie di discussione ideologica e filosofica quali ordinariamente si richiedono per il lavoro scientifico, non c'è da sperare che il tema Gramsci uscirebbe oggi arricchito da considerazioni e spunti degni di rilievo. E ciò in parte per l'assenza di stimoli veramente fecondi al pensiero che la produzione di colui che pur resta una grande figura morale di antifascista e di organizzatore politico finisce col rivelare a un esame spregiudicato: parlare di un incremento portato dagli appunti gramsciani al marxismo, alla storiografia, all'interpretazione di Machiavelli o di Croce sarebbe lecito qualora l'analisi di quegli appunti portasse al reperimento delle prove di quanto [-71] Bibliotecaginobianco
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