Nord e Sud - anno VI - n. 54 - maggio 1959

anche e soprattutto quando, in nome di un 11-eutralismobolso e retorico, i12 nome della volontà di negoziare costi quello che costi, disegna un'immaginaria carta d'Europa nella quale sono ancora delle nazioni povere e ristrette, nella quale non v'è posto per una grande comunità poiitica ed economica europea, quando disegna una carta dell'emisfero occidentale 11ellaquale l'Atlantico è di nuovo un abisso e non pi,ù un ponte fra i due . . continenti. Nè, d'altra parte, è esatto dire che un certo periodo è finito, che l'europeismo si è esaurito con questo periodo~ e che pertanto si devono cercare nuove strade. Innanzi tutto perchè ciò non è vero: c'è oggi una crisi degli ideali europeistici ed una crisi della politica europeistica; ma è almeno avventato dire che la battaglia è perduta. Vedere nella decisione di Adenauer . un sigillo definitivo ad un periodo storico è indulgere a quel costume giortialistico che fa vaticinare ogni giorno crisi e ca1 tastrofi che durano venti- . quattr'ore: le forze europeistiche nella Germania Federa/e non sono ancora tutte sconfitte. E non sono ancora tutte sconfitte le forze europeistiche in Francia, se certe affermazioni di De Gaulle sulla << Europa delle nazioni>> . possono suscitare le polemiche che hanno suscitato. La crisi c'è, e noi saremo gli ultimi a negarlo: ma essa è prodotta meno dalla decisione di Adenauer, che dalla singolare e stupefacente alleanza dei De Gaulle e dei Debré coi Mendès France, coi Bevan, coi Nenni. L'alleanza nei fatti dei nazionalisti coi socialisti, che si viene profilando, che abbiamo visto emergere tante volte da una famosa rencontre tra Parigi e Londra dalla quale dovrebbe nascere la sinistra europea, questa alleanza può veramente avere sulle resistenze nazionalistiche che ancora vi sono in Europa quell'infiuenza scatenante che la primavera ha negli ammalati di epilessia.Del resto già una volta abbiamo visto neofascisti e socialisti combattere insieme in Italia l'ali' eatiza atlantica e la costruzione europeistica; abbiamo visto in Francia sulla stessa tribuna gollisti e comunisti e mendesiani avversare la CED; abbiamo visto in Germania l'estrenia destra associarsialla socialdemocrazia contro l'Europa; e tutto ciò con le benedizioni di Bevan. Il pericolo maggiore che, grazie a una collusione di nazionalisti e socidisti, si corre oggi, è proprio il ritorno dei nazionalismi impotenti, miseri, disperati: questa è la sola alternativa all'europeismo. Ma ,pro,prioperciò il dovere degli uomini responsabili non è di attendere o di' vaticinare, ma di combattere ancora la battaglia per l'Europa. [5] Bibfiotecaginobianco ·

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==