Nord e Sud - anno VI - n. 54 - maggio 1959

loro paese, di seconda potenza mondiale, non esitavano a dare alla loro sfida la posta più elevata: l'avvenire prossimo avrebbe detto quale de,i due sistemi era destinato a sopravvivere. E, naturalmente, essi si ,preoccupavano di aiutare la storia (che, per definizione, lavorava a loro profitto) col sovvertire dove potevano le istituziorii liberali, con l'infiltrarsi e tentare di paralizzare la vita politica ed economica là dove non potevano sovvertire, col tentativo di isolare le democrazie occidentali, speculando sulle rivolte 11azion.alistichein Asia e in Africa. A tale sfida l'Occidente non poteva rispondere semplicemente con un'alleanza militare: questa sarebbe servita, e servì e serve ancora, a fronteggiare la minaccia immediata, a colmare il vuoto di potenza sul continente europeo, ad evitare le tentazioni; ma occorreva sanare altresì le cause dello squilibrio politico in Ettropa. La difesa dal comunismo ~on poteva essere meramente passiva, doveva essere una difesa attiva, che testimoniasse veramente la capacità di fronteggiare l'avvenire del sistema libera/democratico. Perciò la politica occidentale fu dominata dal tentativo di dare un contenuto di integrazione economica all'~1.lleanzaAtlantica; perciò, soprattutto, la lotta per la costruzio12edi una co1nunità economica e politica in Europa divenrie l'obiettivo f otidamentale di tutti i democratici europei. Le ragioni dello sviluppo politico ed economico del vecchio contz·nente facevano una cosa sola con l'interesse obiettivo dei singoli stati, e anche co1i la necessità di rispondere vittoriosamente alla sfida comunista. Su queste esigenze si devono misurare ancora oggi le soluzioni da dare ai maggiori problemi internazionali, così in sede di conferenza alla som- · mità come in sede di politica europea. Tutto ciò che può affievolire i vincoli atlantici o rallentare lo sforzo di costruzione europeistica deve essere risolutamente avversato, quali che siano i vantaggi immediati, poichè questi ultimi si muterebbero ben ,presto in svantaggi enormi. A che serve avere , una fascia neutrale intorno a Berlino, se per ottenerla si deve tornare all'Europa delle nazionalità, si deve, cioè, riportare in Europa quello squilibrio politico che, solo, è all'origine delle guerre? I retori del pacifismo e del disarmo non hanno ancora appreso la verità elementare che gli uomini si sono combattuti anche con le pietre e le frecce, e che dunque le guerre si eliminano non distruggendo le armi, ma eliminando le cause dei turbamenti politici. La politica estera di un Nenni è sciagurata non solo e non ta1ito quando combatte l'installazione delle rampe dei missili in Italia, ma [4] Bibliotecaginobianco

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