Nord e Sud - anno VI - n. 54 - maggio 1959

di un alto ufficiale (noto per giunta per le sue tendenze militariste) si limitarono a ripeterne gli argomenti senza citarne la fonte. Ma la logica della polemica spinse von B.onin ad allinearsi sempre più chiaramente con le posizioni neutralistiche, fino a quando divenne, con Hermann Rauschning, condirettore della Rheinische-W estphalische Nachrichten, i cui editoriali non tardarono ad assumere carattere filo-sovietico. Bonin chiese il ritiro delle truppe straniere, delle basi aeree straniere, delle armi atomiche straniere; parlò dell' << accerchiamento della Russia» da parte americana e della << giusta esigenza di sicurezza dei So- . . . v1et1c1». Alla fine di luglio del 1955 scop,piò lo scandalo. Rudolf Steidl, che si era dimesso dallo staff del giornale, dichiarò ad una conferenza stampa che il Rheinische-W estphalisch~ N achrichten era pagato dai comunisti e che il vero responsa1 bile del giornale era Albert Norden, Segretario di Stato per la Stampa e l'Informazione del g.overno comunista della Germania Est. L'accusa non fu smentita e, d'altra parte, Bonin continuò a scrivere ed a parlare per altre organizzazioni di chiara ispirazione comunista, fino a quando non decise di ritirarsi dalla lotta, per accettare un incarico nell'industria. La parabola del Colonnello Bogislav von B.onin è sotto parecchi aspetti estremamente significativa. Ma c'è soprattutto un elemento che è importante mettere in rilievo: il passaggio in brevissimo tempo di un esponente della destra nazionalista e militarista ad una posizione di fiancheggiamento dei comunisti. Il I caso del Colonnello von Bonin dimostra, cioè,. come quello del neutralismo sia un terreno estremamente pericoloso, perchè, una volta abbracciate le sue tesi, si può scivolare senza troppe difficoltà da u11a posizione di << estrema destra » ad una di « estrema sinistra >> (il che è un altro modo per dire che questi termini non hanno più alcun significato nella lotta politica tedesca, dove invece la linea di distinzione è segnata dall'atteggiamento che si tiene in politica estera); e dimostra altresì che il mito nazional-neutralista esercita ancora un forte richiamo. in tutte le direzioni del corpo sociale e che non sono quindi senza fondamento le preoccupazioni di coloro che, nonostante i caratteri assai diversi che Bonn presenta rispetto a Weimar, temono sempre lo spettro di nuove avventure. Si osserva che, raggiunta la Gleichberechtigung (cioè l'eguaglianza dei [60] Bibliotecaginobianco

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