di partecipazione attiva alla lotta ed ai problemi del Parlamento e del Governo. Questa seconda contraddizione oltre ad essere insita nella natura dei partiti socialisti, congenitamente divisi tra le ideologie escatologiche e la realtà quotidiana delle battaglie politico-sociali, si aggrava nella SPD che, mentre fu costretta dall'azione di Bismarck ad organizzarsi fuori dello Stato, fu spinta per il formidabile successo elettorale, conseguito già nei primi anni del secolo, dalla sua stessa forza a sentire certe responsabilità, morali e politiche, verso la nazione intera. Questo spiega le numerose - ed antiche - manifestazioni di fedeltà allo Stato, che risalgono già agli ultimi anni del secolo e che trovano la più completa espressione in occasione della prima guerra mondiale. Già nel 1891, al Congresso di· Erfurt, Bebel dichiarava: << Se la Russia, patria della crudeltà e della batbarie, nemica di tutta la cultura umana, attaccasse la Germania per spezzarla e distruggerla - e questo e non altro può essere lo scopo di una tale guerra - noi avremmo lo stesso interesse di coloro che governano la Germa.nia, e la affronteremmo ... La vittoria della Russia significherebbe la nostra disfatta come socialdemocratici». E allo scoppio della guerra, dopo la parola d'ordine lanciata da Scheidemann, a Capo d'Anno: << noi v.ogliamo vincere>>, << Die Glocke >>,organo della destra del partito, scrisse: << Al posto del vecchio grido di battaglia: dalla Maas a Memel - bisogna oggi dire: da Amburgo a Bagdad ... - Legare i Balcani e la Piccola Asia alla Germania ed all'Austria-Ungheria in un'unità economica, questa è la 1neta a cui deve tendere nell'attuale situazio11e storica la politica mondiale della classe operaia tedesca » (11 ). Si giunge al famos.o colpo di telefono di Groener ad Ebert, quando fu stabilita l'intesa tra il Governo di Weimar e la Reichstvehr, fino al forsennato impegno messo da Noske nel reprimere solo i moti dell'estrema sinistra con metodi che non avevano niente del costume socialista, e tutto della rudezza militare. Sicchè Gustav Stresemann poteva commentare nel 1924: « In tutti i voti in cui fosse in causa la patria tedesca, i ' socialisti marxisti ' hanno avuto sentimenti tedeschi ed hanno votato come buoni tedeschi » (12 ). ( 11 ) Cfr. <<An der Kette», in <<'DerSpiegel» 14 maggio 1958, pagg. 16 e segg. ( 12 ) Cfr. R1cHARD H1scocK, op. cit., pag. 34. [48] Bibliotecaginobianco
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