lotta mondiale per il predominio. Anzi, com'è stato osservato, « dalla fine della guerra in poi la divisione della Germania è stata insieme causa ed effetto della divisione del mondo. Ogni disaccordo tra i vincitori approfondiva il solco tra le due parti della nazione vinta ed ogni approfondimento del solco tra le due parti aggravava il disaccordo generale >> ( 10 ). Questo e lo stato giuridico di inferiorità della Repu·bblica di Bo11npriva di una piena sovranità e tesa nello sforzo di conseguirla - determinarono una netta preminenza dei problemi di politica estera su quelli di politica interna. Per questo motivo l'antitesi nazionalismo-internazionalismo appare chiaramente in Germania come il vero spartiacque tra le forze della reazione e quelle del progresso. È naturale quindi che il partito socialdemocratico, che occupa, secondo la tradizione, la « ·sinistra » dello schieramento tedesco, e che, nella Repubblica di Bonn, data la sostanziale assenza del partito comunista, copre anche l'estrema sinistra, nell'atto in cui si è fatto portavoce delle tesi nazionalistiche si è venuto avvolgendo in una profonda e permanente contraddizione tra la sua vocazione progressista e la sua fu11zione reazionaria di zavorra che appesantisce il ritmo di marcia del paese. La SPD è il più antico, e in qualche modo, il più tipico dei partiti socialisti europei. Passato attraverso tutte le fasi dell'ideologismo rivoluzionario, dell'azione parlamer1tare ed extraparlamentare, del riformismo e del massimalismo, dotato del più potente apparato organizzativo di cui abbia mai disposto un qualsiasi partito socialista, la cui pesantezza ne ha ormai determinato la sclerosi, la SPD allinea nella vetrina dei ricordi una fila di personalità che sono come bandiere della storia del movimento operaio europeo: Lassalle, Be·bel, Kautzky, Bernstein, Ebert., Scheidemann ..... Quando nel 1952 spirò Kurt Schumacher, la sua bara fu avvolta nella bandiera della prima Unione dei Lavoratori Tedeschi, che Lassalle aveva fondato a Breslavia nel 1863. La sua storia è perennemente caratterizzata da una duplice contraddizione: la vocazione internazionalistica· contro la prassi nazionale da una parte, e, dall'altra parte, il sentimento di estraneità e di opposizione allo Stato contro le esigenze sempre più pressanti d'inserimento nello Stato e ( 10 ) Cfr. ALFRED GRossER, << La Germania e l'Europa », ne << L'integrazione eur0t pea », op. cit., pag. 259. [47] Bibliotecaginobian
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