gruppo dirigente politico-ecçmomico nazionale appunto mediante le forze congiunte della nuova alleanza, cementata dal comune interesse regionalistico. Che cosa, se non il puntuale rinvenimento di interessi comuni, poteva caratterizzare il rapporto tra il medio e piccolo industriale siciliano,.dotato ·di qualche capitale proprio· e speranzoso di ottenerne altri dal pubblico investimento (da Roma o da Palermo, dallo Stato o dalla Regione), e l'operaio, il bracciante, il disoccupato del centro là dove il produttore borghese ope- ,rava o voleva operare? Quanto meno, i due gruppi di cui si proponeva l'alleanza avevano un nemico comune: il grande mqnopolio del Nord, o straniero, in concorrenza rispetto alle iniziative locali, incapace di creare nuove opportunità di lavoro « in loco » e genericamente rapinatore. Rafforzare i nuclei produttivi siciliani già esistenti, crearn~ dei nuovi a capitale privato o misto, ottenere agli industriali locali pr'estiti e facilitazioni, rafforzarli dove esistessero, impedirne la rovina ove fossero minacdati dalla concorrenza «continentale», sollecitarne e favorirne l'avvento .dove ancora fossero naturalmente carenti, erano insieme scot_tida pagare e saggia politica. Scotti da pagare per coloro, tra i comunisti che avevano imboccato questa strada (o meglio che erano stati finalmente indotti ad accettarla), che erano in piena «malafede», se così si può· dire; per coloro, cioè, ai quali i dati relativi allo sviluppo d'una situazione economica e sociale deficitaria come quella siciliana non interessavano tanto in quanto tali, ma piuttosto come elementi strumentali d'una vicenda strettamente politica, rivoluzionaria in astratto, destinata a concludersi col trionfo del loro partito, e di esso solo. Da costoro (i più numerosi tra i comunisti che s'erano -<lecisia ripudiare nei fatti, se non ancora negli « slogans », la formula -«operai del Nord più contadini del Sud», per sostituirla con quella « contadini del Sud più ceti produttivi borghesi del Sud stesso») la nuova, proposta alleanza doveva servire in ultima analisi soltanto come momento tattico. Era una mossa considerata utile soprattutto agli effetti dell'allarga- ·mento di influenza e di potere del partito. L'apertura delle classi lavoratrici siciliane verso i medi e piccoli intraprenditori locali era invece considerata come una politica permanente (e ..cioècome creazione d'un nuovo « blocco storico » e d'una alleanza perma- [33] BibliotecaGino Bianco
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